Questo articolo intende ricostruire i rapporti almeno trentennali che Lorenzo Bartolini (1777-1850), scultore tra i più affermati in Italia nel primo Ottocento, intrattenne con la città di Bologna. Le prime opere dell’artista toscano giunte nel capoluogo emiliano furono i busti della famiglia Peñalver tra il 1820 e il 1823, ma altri ritratti furono eseguiti dallo scultore per alcuni monumenti funebri nel cimitero cittadino della Certosa ancora negli anni Quaranta dell’Ottocento. Tra questi si può citare ad esempio il busto di Luigi Vestri, riguardo al quale si rileva qui per la prima volta la presenza della firma dell’artista. Il fulcro del saggio, tuttavia, consiste nella ricostruzione, da una parte, delle vicende del monumento funebre per Elisa Bonaparte Baciocchi e, dall’altra, dei rapporti di amicizia che legarono Bartolini a Gioacchino Rossini. Del monumento alla sorella di Napoleone, in origine concepito per la cappella di famiglia in San Petronio ma oggi ospitato nel cimitero della Certosa, si ripercorrono i complessi avvenimenti che condussero alla sua realizzazione e alla sua mancata collocazione nella basilica bolognese, confutando peraltro la datazione invalsa del modello in gesso all’epoca napoleonica. Riguardo a Rossini, invece, riveste una particolare importanza il corpus dei ritratti per lui eseguiti da Bartolini tra il 1830 e il 1849, in particolare quello oggi conservato alla Metropolitan Opera di New York, che qui per la prima volta viene ricondotto a una provenienza bolognese. Infine un certo interesse riserva la corrispondenza che lo scultore scambiò col giovane intellettuale bolognese Giacomo Malvasia, parzialmente pubblicata nell’articolo, ricca di informazioni sulla concezione bartoliniana dell’arte.
Francesco Zagnoni (2023). «La città degli amici e dell’incessante gajezza». Lorenzo Bartolini a Bologna. STRENNA STORICA BOLOGNESE, LXXIII, 135-164.
«La città degli amici e dell’incessante gajezza». Lorenzo Bartolini a Bologna
Francesco Zagnoni
2023
Abstract
Questo articolo intende ricostruire i rapporti almeno trentennali che Lorenzo Bartolini (1777-1850), scultore tra i più affermati in Italia nel primo Ottocento, intrattenne con la città di Bologna. Le prime opere dell’artista toscano giunte nel capoluogo emiliano furono i busti della famiglia Peñalver tra il 1820 e il 1823, ma altri ritratti furono eseguiti dallo scultore per alcuni monumenti funebri nel cimitero cittadino della Certosa ancora negli anni Quaranta dell’Ottocento. Tra questi si può citare ad esempio il busto di Luigi Vestri, riguardo al quale si rileva qui per la prima volta la presenza della firma dell’artista. Il fulcro del saggio, tuttavia, consiste nella ricostruzione, da una parte, delle vicende del monumento funebre per Elisa Bonaparte Baciocchi e, dall’altra, dei rapporti di amicizia che legarono Bartolini a Gioacchino Rossini. Del monumento alla sorella di Napoleone, in origine concepito per la cappella di famiglia in San Petronio ma oggi ospitato nel cimitero della Certosa, si ripercorrono i complessi avvenimenti che condussero alla sua realizzazione e alla sua mancata collocazione nella basilica bolognese, confutando peraltro la datazione invalsa del modello in gesso all’epoca napoleonica. Riguardo a Rossini, invece, riveste una particolare importanza il corpus dei ritratti per lui eseguiti da Bartolini tra il 1830 e il 1849, in particolare quello oggi conservato alla Metropolitan Opera di New York, che qui per la prima volta viene ricondotto a una provenienza bolognese. Infine un certo interesse riserva la corrispondenza che lo scultore scambiò col giovane intellettuale bolognese Giacomo Malvasia, parzialmente pubblicata nell’articolo, ricca di informazioni sulla concezione bartoliniana dell’arte.File | Dimensione | Formato | |
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