Questo contributo analizza il tema della nympha fugiens nell’opera di Giacomo Leopardi, ponendolo in relazione alla prospettiva zibaldoniana sull’immaginazione e agli scritti di Aby Warburg sulla ninfa. Muovendo dall’analisi di D’Intino sui motivi della caduta e della rinascita nella produzione leopardiana, si è ricostruito il terreno comune tra le letture leopardiane precedenti alla stesura del Diario del primo amore del 1817–1818 e le fonti della dissertazione warburghiana del 1891, La ‘Nascita di Venere’ e la ‘Primavera’ di Sandro Botticelli. Questo rilievo ha permesso di interpretare il ‘desiderio antico’ leopardiano e il ciclico ritornare della ‘dolce imago’ in tutto il complesso dei Canti, nella prospettiva warburghiana di un Nachleben der Antike, una sopravvivenza dell’antico. Sopravvivenza che si attualizza nella pathosformel della ninfa, un’‘immagine antica’, che può ripresentarsi solo nella dimensione immaginifica. Si è infine posta a confronto la prospettiva leopardiana sull’immaginazione con i tardi lavori di Warburg sulle opposte polarità della ‘logica’ e della ‘magia’, dell’operare artistico come oscillazione tra una concezione ‘matematica’ e una ‘religiosa’ del mondo.
L’«immagine antica». Leopardi, Warburg e la ricerca della nympha fugiens
Tommaso Grandi
2023
Abstract
Questo contributo analizza il tema della nympha fugiens nell’opera di Giacomo Leopardi, ponendolo in relazione alla prospettiva zibaldoniana sull’immaginazione e agli scritti di Aby Warburg sulla ninfa. Muovendo dall’analisi di D’Intino sui motivi della caduta e della rinascita nella produzione leopardiana, si è ricostruito il terreno comune tra le letture leopardiane precedenti alla stesura del Diario del primo amore del 1817–1818 e le fonti della dissertazione warburghiana del 1891, La ‘Nascita di Venere’ e la ‘Primavera’ di Sandro Botticelli. Questo rilievo ha permesso di interpretare il ‘desiderio antico’ leopardiano e il ciclico ritornare della ‘dolce imago’ in tutto il complesso dei Canti, nella prospettiva warburghiana di un Nachleben der Antike, una sopravvivenza dell’antico. Sopravvivenza che si attualizza nella pathosformel della ninfa, un’‘immagine antica’, che può ripresentarsi solo nella dimensione immaginifica. Si è infine posta a confronto la prospettiva leopardiana sull’immaginazione con i tardi lavori di Warburg sulle opposte polarità della ‘logica’ e della ‘magia’, dell’operare artistico come oscillazione tra una concezione ‘matematica’ e una ‘religiosa’ del mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.