Gli studi postcoloniali hanno avuto inizio alla fine degli anni Settanta, attraverso interventi teorici impegnati a elaborare criticamente una riflessione sul post del colonialismo: in seguito all’indipendenza formale della grande maggioranza delle ex-colonie dagli imperi europei, i rapporti di potere, coercizione, sfruttamento, dominio e inferiorizzazione dell’Altro, insieme alle pratiche di resistenza a questo dominio, si traducono in nuove configurazioni che delineano il presente postcoloniale. Dalle ex-colonie, la voce di filosofi e intellettuali, recuperando l’eredità critica e polemica del pensiero e delle lotte anticoloniali e interloquendo criticamente con il pensiero e la cultura occidentali, in particolare con il marxismo e il postmodernismo, si leva per interrogare il presente fratto e ibrido del mondo postcoloniale, attraversato da diaspore e migrazioni. D’altro canto, a partire dai primi anni Duemila, soprattutto nella cornice dell’America Latina, si delinea una corrente di pensiero decoloniale, che pone come prioritaria un’operazione di sganciamento sistematico e radicale da ogni forma di sapere e potere occidentali, in quanto essenzialmente caratterizzate dall’appartenenza alla “colonialità” che informa la modernità: la decolonizzazione, lungi dall’arrestarsi al momento dell’indipendenza formale delle ex-colonie, è un compito da portare avanti attivamente nel presente, sul piano intellettuale non meno che su quello pratico, politico, culturale, artistico. In questo senso, l’approccio decoloniale intende distinguersi da quello postcoloniale per una presa di distanza radicale e definitiva dal sapere occidentale e dalle sue forme, cercando in alternativa un recupero di modi di vita e saperi indigeni. Infatti, gli studi decoloniali spesso hanno rimproverato a quelli postcoloniali di elaborare una critica dell’eurocentrismo che, nella misura in cui partecipa della teoria occidentale, in particolare del marxismo e del postmodernismo, risulta ancora eurocentrica, di sviluppare una teoria meramente accademica e quindi elitaria e apolitica, difettando inoltre di ricorrere a fonti non europee in modo cospicuo. Discutiamo di questi nodi con Dipesh Chakrabarty e Nelson Maldonado-Torres, due pensatori facenti capo, rispettivamente, agli studi postcoloniali e a quelli decoloniali. Dipesh Chakrabarty, nato a Kolkata nel 1948, è docente di storia all’Università di Chicago, ha lavorato sulla storia della subalternità nell’India coloniale e postcoloniale, sulle categorie di modernità, storicismo, cosmopolitismo e planetarietà. Nelson Maldonado-Torres, nato a Puerto Rico, insegna filosofia all’Università del Connecticut-Storrs portando avanti un’istanza forte di decolonizzazione della filosofia. A tal fine, il filosofo lavora sulle nozioni di colonialità, decolonialità e colonialità dell’essere.
Isabella D'Angelo, D.C. (2023). L’universale minuscolo. Prospettive di liberazione dal potere coloniale. MICROMEGA, 6/2023, 25-46.
L’universale minuscolo. Prospettive di liberazione dal potere coloniale
Isabella D'Angelo;
2023
Abstract
Gli studi postcoloniali hanno avuto inizio alla fine degli anni Settanta, attraverso interventi teorici impegnati a elaborare criticamente una riflessione sul post del colonialismo: in seguito all’indipendenza formale della grande maggioranza delle ex-colonie dagli imperi europei, i rapporti di potere, coercizione, sfruttamento, dominio e inferiorizzazione dell’Altro, insieme alle pratiche di resistenza a questo dominio, si traducono in nuove configurazioni che delineano il presente postcoloniale. Dalle ex-colonie, la voce di filosofi e intellettuali, recuperando l’eredità critica e polemica del pensiero e delle lotte anticoloniali e interloquendo criticamente con il pensiero e la cultura occidentali, in particolare con il marxismo e il postmodernismo, si leva per interrogare il presente fratto e ibrido del mondo postcoloniale, attraversato da diaspore e migrazioni. D’altro canto, a partire dai primi anni Duemila, soprattutto nella cornice dell’America Latina, si delinea una corrente di pensiero decoloniale, che pone come prioritaria un’operazione di sganciamento sistematico e radicale da ogni forma di sapere e potere occidentali, in quanto essenzialmente caratterizzate dall’appartenenza alla “colonialità” che informa la modernità: la decolonizzazione, lungi dall’arrestarsi al momento dell’indipendenza formale delle ex-colonie, è un compito da portare avanti attivamente nel presente, sul piano intellettuale non meno che su quello pratico, politico, culturale, artistico. In questo senso, l’approccio decoloniale intende distinguersi da quello postcoloniale per una presa di distanza radicale e definitiva dal sapere occidentale e dalle sue forme, cercando in alternativa un recupero di modi di vita e saperi indigeni. Infatti, gli studi decoloniali spesso hanno rimproverato a quelli postcoloniali di elaborare una critica dell’eurocentrismo che, nella misura in cui partecipa della teoria occidentale, in particolare del marxismo e del postmodernismo, risulta ancora eurocentrica, di sviluppare una teoria meramente accademica e quindi elitaria e apolitica, difettando inoltre di ricorrere a fonti non europee in modo cospicuo. Discutiamo di questi nodi con Dipesh Chakrabarty e Nelson Maldonado-Torres, due pensatori facenti capo, rispettivamente, agli studi postcoloniali e a quelli decoloniali. Dipesh Chakrabarty, nato a Kolkata nel 1948, è docente di storia all’Università di Chicago, ha lavorato sulla storia della subalternità nell’India coloniale e postcoloniale, sulle categorie di modernità, storicismo, cosmopolitismo e planetarietà. Nelson Maldonado-Torres, nato a Puerto Rico, insegna filosofia all’Università del Connecticut-Storrs portando avanti un’istanza forte di decolonizzazione della filosofia. A tal fine, il filosofo lavora sulle nozioni di colonialità, decolonialità e colonialità dell’essere.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
L'universale minuscolo Micromega.pdf
accesso riservato
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
15.23 MB
Formato
Adobe PDF
|
15.23 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.