Non più collettivo, non sempre comunità : il lavoro nella crisi dei legami relazionali e sociali

I lavoratori che si percepiscono soli, che non riescono a stabilire legami significativi con i vicini di scrivania o di postazione, tendenzialmente sono portati a essere meno produttivi; allo stesso tempo, la permeabilità di un ultraliberismo che, dall’ambito economico, è penetrato nei valori, nelle visioni del mondo, nelle modalità relazionali e nelle prospettive esistenziali delle persone, anteponendo la dimensione individuale e individualistica a una collettività percepita in modo perlopiù strumentale, funzionale agli interessi del singolo, oppure conflittuale, popolata da presenze in competizione nella grande lotta per accaparrarsi averi e visibilità, apparenze e denaro: si tratta delle due, contrapposte manifestazioni di come, nell’attuale società globalizzata, non è possibile considerare in modo separato le dinamiche intrapersonali, relazionali ed emozionali rispetto a quelle del business, degli affari, della politica, dal momento che tutte convergono nella inestricabile complessità in cui ogni giorno si dipanano le vicende degli uomini e delle donne del nostro tempo. Alla luce di tutto ciò, una riflessione finalizzata a interventi pertinenti ed efficaci, anche sul piano pedagogico e educativo, risulta quanto mai necessaria.