Il contributo intende analizzare la pena che Dante riserva agli indovini nel canto xx dell’Inferno, ossia la straordinaria torsione del capo all’indietro per punire coloro che pretesero di «veder troppo davante» (v. 38). Il poeta fiorentino avrebbe potuto trarre qualche suggestione in proposito da fonti iconografiche o letterarie: la questione si pone a partire dalla dichiarazione topica contenuta al v. 18 («ma io nol vidi, né credo ch’e’ sia»). Dopo una breve contestualizzazione del motivo all’interno del canto e della Commedia, l’indagine si concentra prima sui classici con cui Dante ‘dialoga’ nella quarta bolgia (Stazio, Ovidio, Lucano e Virgilio stesso), per passare poi alla Bibbia, dove il ricorso alle arti magiche implica una reale distorsione dalla retta via tracciata dal Signore. Il tema dello stravolgimento del capo, presente nella letteratura italiana (Domenico Cavalca, Filippo degli Agazzari, Straparola, ecc.) e d’oïl (con la poetica del bistournement), anche di probabile matrice folklorica, ricompare in una cantiga de Santa María di Alfonso X (n. 108), in cui Merlino, durante una disputa teologica con un ebreo, prega Maria di far nascere al «traedor» (v. 15) un figlio con il collo torto all’indietro. Infine, lo studio si concentra sull’iconografia dove, al di là di alcune possibili consonanze reperite, riscontri positivi si danno soprattutto sulla raffigurazione del miracolo francescano post mortem relativo alla guarigione della fanciulla dal collo torto e sui testi ad essa sottesi.
Borriero (2022). L'imagine torta: prime indagini sulla pena degli indovini (Inf. XX). MEDIOEVI, 8, 241-282.
L'imagine torta: prime indagini sulla pena degli indovini (Inf. XX)
Borriero
2022
Abstract
Il contributo intende analizzare la pena che Dante riserva agli indovini nel canto xx dell’Inferno, ossia la straordinaria torsione del capo all’indietro per punire coloro che pretesero di «veder troppo davante» (v. 38). Il poeta fiorentino avrebbe potuto trarre qualche suggestione in proposito da fonti iconografiche o letterarie: la questione si pone a partire dalla dichiarazione topica contenuta al v. 18 («ma io nol vidi, né credo ch’e’ sia»). Dopo una breve contestualizzazione del motivo all’interno del canto e della Commedia, l’indagine si concentra prima sui classici con cui Dante ‘dialoga’ nella quarta bolgia (Stazio, Ovidio, Lucano e Virgilio stesso), per passare poi alla Bibbia, dove il ricorso alle arti magiche implica una reale distorsione dalla retta via tracciata dal Signore. Il tema dello stravolgimento del capo, presente nella letteratura italiana (Domenico Cavalca, Filippo degli Agazzari, Straparola, ecc.) e d’oïl (con la poetica del bistournement), anche di probabile matrice folklorica, ricompare in una cantiga de Santa María di Alfonso X (n. 108), in cui Merlino, durante una disputa teologica con un ebreo, prega Maria di far nascere al «traedor» (v. 15) un figlio con il collo torto all’indietro. Infine, lo studio si concentra sull’iconografia dove, al di là di alcune possibili consonanze reperite, riscontri positivi si danno soprattutto sulla raffigurazione del miracolo francescano post mortem relativo alla guarigione della fanciulla dal collo torto e sui testi ad essa sottesi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Medioevi_2022_Dante.pdf
accesso aperto
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per Accesso Aperto. Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate (CCBYNCND)
Dimensione
1.12 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.12 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.