In che modo possiamo occuparci, da sociologhe e sociologi, dei legami che manteniamo o meno con i nostri cari defunti? In questa nota critica intendiamo far dialogare tra loro due volumi pro-venienti da diversi contesti nazionali e da prospettive disciplinari eterogenee che presentano un forte carattere transdisciplinare e risuonano in modo fecondo intorno a un tema di grande attualità negli studi sulla morte e sul morire: il rapporto tra “quelli che restano” e i morti e i cambiamenti che investono tale rapporto nelle società occidentali in tempi recenti. Il primo volume restituisce la preziosa ricerca della filosofa belga Vinciane Despret sui modi di esistenza dei morti e i modi di rivolgersi a loro che i sopravvissuti devono apprendere. La teoria del “lavoro del lutto” che ha sostanzialmente dominato il Novecento è lo storico bersaglio critico anche del secondo testo analizzato nella nota, curato da Dennis Klass, membro del gruppo editoriale delle riviste Death Studies e Omega Journal of Death and Dying, insieme a Edith Maria Steffen, entrambi psicologi. Si tratta di un volume collettaneo che raccoglie lo stato dell’arte e le nuove questioni aperte nel dibattito sulla morte e la perdita che si è sviluppato negli ultimi due decenni intorno alla categoria dei continuing bonds.
Roberta Bartoletti (2019). Legami che resistono. Modi di esistenza dei morti e continuing bonds. RASSEGNA ITALIANA DI SOCIOLOGIA, 2(2), 407-420 [10.1423/94637].
Legami che resistono. Modi di esistenza dei morti e continuing bonds
Roberta Bartoletti
2019
Abstract
In che modo possiamo occuparci, da sociologhe e sociologi, dei legami che manteniamo o meno con i nostri cari defunti? In questa nota critica intendiamo far dialogare tra loro due volumi pro-venienti da diversi contesti nazionali e da prospettive disciplinari eterogenee che presentano un forte carattere transdisciplinare e risuonano in modo fecondo intorno a un tema di grande attualità negli studi sulla morte e sul morire: il rapporto tra “quelli che restano” e i morti e i cambiamenti che investono tale rapporto nelle società occidentali in tempi recenti. Il primo volume restituisce la preziosa ricerca della filosofa belga Vinciane Despret sui modi di esistenza dei morti e i modi di rivolgersi a loro che i sopravvissuti devono apprendere. La teoria del “lavoro del lutto” che ha sostanzialmente dominato il Novecento è lo storico bersaglio critico anche del secondo testo analizzato nella nota, curato da Dennis Klass, membro del gruppo editoriale delle riviste Death Studies e Omega Journal of Death and Dying, insieme a Edith Maria Steffen, entrambi psicologi. Si tratta di un volume collettaneo che raccoglie lo stato dell’arte e le nuove questioni aperte nel dibattito sulla morte e la perdita che si è sviluppato negli ultimi due decenni intorno alla categoria dei continuing bonds.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.