In questa postfazione il curatore della collana Lettere Persiane, giunta al ventesimo titolo, illustra le ragioni per le quali ha fortemente voluto che, nell'anno del centenario ripelliniano, fosse proprio Giuseppe Traina, uno dei maggiori studiosi del grande slavista siciliano, a realizzare una monografia su Ripellino prosatore, e insieme inserisce proprio Ripellino entro una sorta di ideale canone alternativo della letteratura italiana novecentesca che, smarcandosi dalla tradizionale contrapposizione poesia/romanzo, restituisse alla critica letteraria e al saggio (nel solco del Lukàcs de "L'anima e le forme") una sua ormai perduta centralità. Un canone che l'autore istituisce con i nomi di Serra e Borgese, Longhi Cecchi e Praz, Solmi Debenedetti e Brandi, Macchia e Sciascia, Campo e Ripellino appunto, Camporesi Garboli Livi, Arbasino Calasso e Ginzburg, a significare un altro Novecento nel segno della figura del critico-scrittore, di cui potrebbe essere riconosciuta come figura archetipa se non iniziale, quella di Alberto Savinio e del suo geniale enciclopedico "dilettantismo", di cui anche l'autore di "Praga magica" faceva professione.
Luigi Weber (2023). Necessità di Ripellino. Modena : Mucchi editore.
Necessità di Ripellino
Luigi Weber
2023
Abstract
In questa postfazione il curatore della collana Lettere Persiane, giunta al ventesimo titolo, illustra le ragioni per le quali ha fortemente voluto che, nell'anno del centenario ripelliniano, fosse proprio Giuseppe Traina, uno dei maggiori studiosi del grande slavista siciliano, a realizzare una monografia su Ripellino prosatore, e insieme inserisce proprio Ripellino entro una sorta di ideale canone alternativo della letteratura italiana novecentesca che, smarcandosi dalla tradizionale contrapposizione poesia/romanzo, restituisse alla critica letteraria e al saggio (nel solco del Lukàcs de "L'anima e le forme") una sua ormai perduta centralità. Un canone che l'autore istituisce con i nomi di Serra e Borgese, Longhi Cecchi e Praz, Solmi Debenedetti e Brandi, Macchia e Sciascia, Campo e Ripellino appunto, Camporesi Garboli Livi, Arbasino Calasso e Ginzburg, a significare un altro Novecento nel segno della figura del critico-scrittore, di cui potrebbe essere riconosciuta come figura archetipa se non iniziale, quella di Alberto Savinio e del suo geniale enciclopedico "dilettantismo", di cui anche l'autore di "Praga magica" faceva professione.File | Dimensione | Formato | |
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