Nei mesi immediatamente successivi al termine del primo conflitto mondiale gli ufficiali dell’esercito italiano che man mano rientravano dai campi di prigionia furono obbligati, prima di poter rientrare alle loro case ed eventualmente nei ranghi, a scrivere su fogli protocollo un resoconto accurato delle circostanze della propria cattura L’imponente massa di documentazione così prodotta (migliaia di fascicoli nominativi e classificati per unità d’appartenenza dello scrivente) venne vagliata da una commissione costituita allo scopo di individuare eventuali ufficiali «felloni», i lavori della quale furono interrotti dall’entrata in vigore dell’amnistia voluta da Francesco Saverio Nitti Le migliaia di testimonianze non andarono però disperse e furono archiviate, assieme al resto dei documenti militari relativi alla Grande Guerra, nei corridoi dell’Archivio dell’ufficio storico dello stato maggiore esercito (AUSSME), a Roma, dove sono rimaste fino a oggi, quasi completamente ignorate dalla storiografia accademica.
Jacopo Lorenzini (2018). F11, o della memoria obbligata: gli ufficiali italiani di ritorno dalla prigionia e le loro testimonianze scritte di fronte alla Commissione interrogatrice dei prigionieri rimpatriati. Fondazione Museo Storico Trentino : Fondazione Museo Storico del Trentino.
F11, o della memoria obbligata: gli ufficiali italiani di ritorno dalla prigionia e le loro testimonianze scritte di fronte alla Commissione interrogatrice dei prigionieri rimpatriati
Jacopo Lorenzini
2018
Abstract
Nei mesi immediatamente successivi al termine del primo conflitto mondiale gli ufficiali dell’esercito italiano che man mano rientravano dai campi di prigionia furono obbligati, prima di poter rientrare alle loro case ed eventualmente nei ranghi, a scrivere su fogli protocollo un resoconto accurato delle circostanze della propria cattura L’imponente massa di documentazione così prodotta (migliaia di fascicoli nominativi e classificati per unità d’appartenenza dello scrivente) venne vagliata da una commissione costituita allo scopo di individuare eventuali ufficiali «felloni», i lavori della quale furono interrotti dall’entrata in vigore dell’amnistia voluta da Francesco Saverio Nitti Le migliaia di testimonianze non andarono però disperse e furono archiviate, assieme al resto dei documenti militari relativi alla Grande Guerra, nei corridoi dell’Archivio dell’ufficio storico dello stato maggiore esercito (AUSSME), a Roma, dove sono rimaste fino a oggi, quasi completamente ignorate dalla storiografia accademica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.