ABSTRACT IN ITALIANO Ardua sempre la trascrizione letteraria dei sogni, o forse meglio, il tentativo di far letteratura dai folli spettacoli notturni di Òneiros. Nel caso di questi Sogni di Nìlfilo, la difficoltà è duplicata dal fatto che il suo autore, Giuseppe Finocchiaro, è un eccellente disegnatore e pittore – oltreché un coltissimo bibliografo – prima ancora di essere uno scrittore. Che sin dal titolo quest’opera rimandi alla leggendaria Hypnerotomachia Poliphili è evidente, ma di una post-novecentesca Hypnerotomachia in chiave di nulla trattasi: se infatti Poliphilo ama molte cose (il suo nome stesso lo dichiara), nonché Polia (altro nome parlante che, appunto, molte cose significa), Nìlfilo sembrerebbe amare il nulla e la sua fantasmatica, nullificante Nìlia. Raccolta onirica raffinatissima, si diceva, in forma dialogica, I sogni di Nìlfilo sono scritti con una prosa poetica ricchissima di endecasillabi dal nitore esistenzial-montaliano e illustrati con disegni a matita in bianco e nero di straordinario splendore. Freud passò di qui (magari in compagnia di Eraclito), e con lui la fiducia nell’irriducibile unicità del soggetto umano, o non piuttosto Jung che tutto, alla fine, al collettivo riconduce? ABSTRACT IN ENGLISH The literary transcription of dreams is always difficult, or perhaps better yet, the attempt to make literature out of Òneiros' crazy nocturnal shows. In the case of these Dreams of Nìlfilo, the difficulty is doubled by the fact that its author, Giuseppe Finocchiaro, is an excellent draftsman and painter - as well as a highly cultured bibliographer - even before being a writer. That right from the title this work refers to the legendary Hypnerotomachia Poliphili is evident, but it is a post-twentieth-century Hypnerotomachia in terms of nothing: if in fact Poliphilo loves many things (his name itself declares it), as well as Polia (another speaking name that, in fact, means many things), Nìlfilo would seem to love nothingness and his ghostly, nullifying Nìlia. A very refined dream collection, it was said, in dialogic form, The Dreams of Nìlfilo are written with a poetic prose rich in hendecasyllables with an existential-Montalian clarity and illustrated with black and white pencil drawings of extraordinary splendor. Freud passed through here (perhaps in the company of Heraclitus), and with him the trust in the irreducible uniqueness of the human subject, or rather Jung who ultimately leads everything back to the collective?
Ferdinando Amigoni (2023). Sognare il nulla: I sogni di Nìlfilo. CULTURE DEL TESTO E DEL DOCUMENTO, 72, 11-20.
Sognare il nulla: I sogni di Nìlfilo
Ferdinando Amigoni
2023
Abstract
ABSTRACT IN ITALIANO Ardua sempre la trascrizione letteraria dei sogni, o forse meglio, il tentativo di far letteratura dai folli spettacoli notturni di Òneiros. Nel caso di questi Sogni di Nìlfilo, la difficoltà è duplicata dal fatto che il suo autore, Giuseppe Finocchiaro, è un eccellente disegnatore e pittore – oltreché un coltissimo bibliografo – prima ancora di essere uno scrittore. Che sin dal titolo quest’opera rimandi alla leggendaria Hypnerotomachia Poliphili è evidente, ma di una post-novecentesca Hypnerotomachia in chiave di nulla trattasi: se infatti Poliphilo ama molte cose (il suo nome stesso lo dichiara), nonché Polia (altro nome parlante che, appunto, molte cose significa), Nìlfilo sembrerebbe amare il nulla e la sua fantasmatica, nullificante Nìlia. Raccolta onirica raffinatissima, si diceva, in forma dialogica, I sogni di Nìlfilo sono scritti con una prosa poetica ricchissima di endecasillabi dal nitore esistenzial-montaliano e illustrati con disegni a matita in bianco e nero di straordinario splendore. Freud passò di qui (magari in compagnia di Eraclito), e con lui la fiducia nell’irriducibile unicità del soggetto umano, o non piuttosto Jung che tutto, alla fine, al collettivo riconduce? ABSTRACT IN ENGLISH The literary transcription of dreams is always difficult, or perhaps better yet, the attempt to make literature out of Òneiros' crazy nocturnal shows. In the case of these Dreams of Nìlfilo, the difficulty is doubled by the fact that its author, Giuseppe Finocchiaro, is an excellent draftsman and painter - as well as a highly cultured bibliographer - even before being a writer. That right from the title this work refers to the legendary Hypnerotomachia Poliphili is evident, but it is a post-twentieth-century Hypnerotomachia in terms of nothing: if in fact Poliphilo loves many things (his name itself declares it), as well as Polia (another speaking name that, in fact, means many things), Nìlfilo would seem to love nothingness and his ghostly, nullifying Nìlia. A very refined dream collection, it was said, in dialogic form, The Dreams of Nìlfilo are written with a poetic prose rich in hendecasyllables with an existential-Montalian clarity and illustrated with black and white pencil drawings of extraordinary splendor. Freud passed through here (perhaps in the company of Heraclitus), and with him the trust in the irreducible uniqueness of the human subject, or rather Jung who ultimately leads everything back to the collective?File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Cdt 72 Amigoni estr..pdf
accesso riservato
Descrizione: Articolo
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
682.73 kB
Formato
Adobe PDF
|
682.73 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.