Il volume di Giuseppe Marcocci, Professore di Storia Iberica (Europea e Extra-europea 1450–1800) dell’Università di Oxford, porta un contributo fondamentale alla storiogra-fia sul rinascimento e una riflessione profonda sulla storia globale, dimostrando come le storie del mondo scritte in diverse aree del globo dalla prima metà del XVI secolo agli inizi del XVII secolo avessero davvero un respiro mondiale, togliendo ogni pre-sunta eccezionalità alla storiografia europea rinascimentale. Le storie del mondo che presenta Marcocci si inseriscono perfettamente nel dibattito contemporaneo sulla storia globale e alle domande, sfide e limiti che gli storici di oggi, come i pensatori del XVI secolo, si pongono nello scrivere di popoli e spazi „altri“. Le storie del mondo redatte nell’età delle esplorazioni, rappresentano un momento di totale „riorienta-mento culturale“, poiché né la Bibbia, né gli autori greci e latini, principali punti di riferimento teorico del rinascimento, riuscivano a rispondere alle domande sul passato di popolazioni come gli Indios delle Americhe, di cui gli europei non avevano mai sentito parlare.
Giulia Bonazza (2020). G. Marcocci, Indios, cinesi, falsari. Le storie del mondo nel Rinascimento. QUELLEN UND FORSCHUNGEN AUS ITALIENISCHEN ARCHIVEN UND BIBLIOTHEKEN, 100, 749-751.
G. Marcocci, Indios, cinesi, falsari. Le storie del mondo nel Rinascimento
Giulia Bonazza
2020
Abstract
Il volume di Giuseppe Marcocci, Professore di Storia Iberica (Europea e Extra-europea 1450–1800) dell’Università di Oxford, porta un contributo fondamentale alla storiogra-fia sul rinascimento e una riflessione profonda sulla storia globale, dimostrando come le storie del mondo scritte in diverse aree del globo dalla prima metà del XVI secolo agli inizi del XVII secolo avessero davvero un respiro mondiale, togliendo ogni pre-sunta eccezionalità alla storiografia europea rinascimentale. Le storie del mondo che presenta Marcocci si inseriscono perfettamente nel dibattito contemporaneo sulla storia globale e alle domande, sfide e limiti che gli storici di oggi, come i pensatori del XVI secolo, si pongono nello scrivere di popoli e spazi „altri“. Le storie del mondo redatte nell’età delle esplorazioni, rappresentano un momento di totale „riorienta-mento culturale“, poiché né la Bibbia, né gli autori greci e latini, principali punti di riferimento teorico del rinascimento, riuscivano a rispondere alle domande sul passato di popolazioni come gli Indios delle Americhe, di cui gli europei non avevano mai sentito parlare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.