L’intervento propone una lettura geocritica della città di Palermo a partire da "Spaesamento" e dal fototesto "Palermo. Un’autobiografia nella luce", frutto della collaborazione tra Giorgio Vasta e il fotografo Ramak Fazel, come era stato già per "Absolutely Nothing". Che si tratti del capoluogo siciliano o dei deserti degli Stati Uniti, attraversati alla ricerca dei luoghi dell’abbandono, la scrittura di Vasta disfa e ricompone il referente spaziale, materia plasmabile e strabordante nel darsi dell’esperienza, paradigma di una crisi che investe il reale in ogni sua declinazione scalare, dal locale al globale, senza risparmiare la dimensione personale. Da qui, tuttavia, giunge l’unica risposta possibile, il linguaggio che l’autore considera un vero e proprio «organo di senso», fallibile ma ostinato nel tentativo di stabilire nessi tra elementi eterogenei, tattica di contenimento e ri-significazione di fronte all’entropia spazio-temporale in cui l’umano è immerso (Westphal, 2009; Deleuze, Guattari, 2017). Come interagiscono e cosa emerge dal confronto diacronico delle Palermo rappresentate da Vasta a distanza di oltre un decennio? In che modo la desaturazione temporale degli spazi abbandonati di Absolutely Nothing dialoga con l’indistinzione abbacinante e l’asincronia esplosa di Spaesamento e Palermo? A partire da queste e altre domande, l’intervento si propone, infine, di illuminare le zone di contatto tra i concetti di terzietà (Soja, 2004), marginalità e possibilità.

Francesca Nardi (2023). L’esperienza incomprensibile dei luoghi. Testi e fototesti di Giorgio Vasta, da "Spaesamento" a "Palermo".

L’esperienza incomprensibile dei luoghi. Testi e fototesti di Giorgio Vasta, da "Spaesamento" a "Palermo"

Francesca Nardi
2023

Abstract

L’intervento propone una lettura geocritica della città di Palermo a partire da "Spaesamento" e dal fototesto "Palermo. Un’autobiografia nella luce", frutto della collaborazione tra Giorgio Vasta e il fotografo Ramak Fazel, come era stato già per "Absolutely Nothing". Che si tratti del capoluogo siciliano o dei deserti degli Stati Uniti, attraversati alla ricerca dei luoghi dell’abbandono, la scrittura di Vasta disfa e ricompone il referente spaziale, materia plasmabile e strabordante nel darsi dell’esperienza, paradigma di una crisi che investe il reale in ogni sua declinazione scalare, dal locale al globale, senza risparmiare la dimensione personale. Da qui, tuttavia, giunge l’unica risposta possibile, il linguaggio che l’autore considera un vero e proprio «organo di senso», fallibile ma ostinato nel tentativo di stabilire nessi tra elementi eterogenei, tattica di contenimento e ri-significazione di fronte all’entropia spazio-temporale in cui l’umano è immerso (Westphal, 2009; Deleuze, Guattari, 2017). Come interagiscono e cosa emerge dal confronto diacronico delle Palermo rappresentate da Vasta a distanza di oltre un decennio? In che modo la desaturazione temporale degli spazi abbandonati di Absolutely Nothing dialoga con l’indistinzione abbacinante e l’asincronia esplosa di Spaesamento e Palermo? A partire da queste e altre domande, l’intervento si propone, infine, di illuminare le zone di contatto tra i concetti di terzietà (Soja, 2004), marginalità e possibilità.
2023
’900 e Terzo Spazio: «un teatro naturale delle immagini»
Francesca Nardi (2023). L’esperienza incomprensibile dei luoghi. Testi e fototesti di Giorgio Vasta, da "Spaesamento" a "Palermo".
Francesca Nardi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/942192
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact