Un esempio di laboratorio come strumento di motivazione: dal problema del distanziamento alla ricerca attiva

The common image associated with mathematics is filled with prejudices, which place the discipline in a distant position from its real essence. Whether their origins are personal rather than cultural, these preconceptions take place as an obstacle to the teaching- learning processes. Based on this scenario, we suggest a laboratory activity through which students may be able to get rid of some of the most common false beliefs regarding mathematics. In particular, we are referring to the idea of mathematics seen as a static discipline, a system of rules established in some remote spatial-temporal context and that it belongs to an intangible dimension, detatched from reality.

La concezione comune della matematica è intrisa di pregiudizi ben distanti dalla reale essenza della disciplina in sé. Che abbiano un’origine personale piuttosto che culturale, i pregiudizi si declinano come un vero e proprio ostacolo, il quale irrompe nei processi di insegnamento-apprendimento. Sulla base di ciò, proponiamo un’attività laboratoriale che potrebbe costituire uno strumento per gli studenti attraverso cui liberarsi di alcune false idee legate alla matematica. Nello specifico, ci riferiamo all’idea che essa sia una disciplina chiusa, un sistema di regole determinate in qualche contesto spazio-temporale remoto e che sia relegata a una dimensione astratta e avulsa dalla realtà.