Le università di Roma, Bologna e Perugia, pur con evidenti diversità, hanno condiviso in età moderna alcune caratteristiche: di fondazione medievale, si sono trovate ad operare nello Stato della Chiesa ed hanno visto l’affermazione determinata del potere dei collegi dottorali, nonché la presenza di autorità ecclesiastiche tra i loro organi di gestione (il camerlengo a Roma, l’arcidiacono e Bologna ed il vescovo a Perugia). Nel corso del XVIII secolo, i tre atenei hanno conosciuto momenti di riforma e riorganizzazione (Roma nel 1700 e durante il pontificato di Benedetto XIV, Bologna nel 1737, Perugia nel 1720) ideati e promossi nel tentativo di riportarle in auge: una migliore selezione del corpo docente e la riorganizzazione dei curricula furono gli strumenti con i quali si cercò di innalzare il livello scientifico degli insegnamenti e di ripopolare le aule universitarie. L’indagine sulle dinamiche dei salari dei docenti di Roma, Bologna e Perugia nel ‘700 sarà condotta muovendo dall’ipotesi che esse possano essere la risultante di politiche accademiche già note (grazie alle norme statutarie e regolamentari), o di altre attuate nella prassi attraverso la distribuzione degli stipendi. I salari, per esempio, possono attestare il credito assunto da alcuni docenti, un variare delle gerarchie tra le discipline, tendenze significative del bilancio complessivo degli Studia, e così via. In prima istanza si presenterà una ricostruzione del sistema di definizione ed attribuzione dei salari, con particolare riferimento alla realtà romana, dove il passaggio tra Sei e Settecento fu caratterizzato proprio da iniziative in questo settore. Successivamente si affronterà l’analisi propriamente quantitativa e comparativa: la rilevazione dei dati riguarderà solo alcuni anni scelti come campione (1698-99; 1712-1713; 1738-39; 1749-1750) e selezionati tenendo conto delle fonti disponibili e delle riforme attuate nelle tre Università, in modo da poter verificare se i momenti di rinnovamento si siano concretizzati anche attraverso la determinazione degli stipendi. Il confronto tra i dati delle tre sedi universitarie consentirà di discernere tra le tendenze comuni – attribuibili alla politica statale o alla temperie culturale –, le specificità introdotte con le riforme e quelle generate proprio attraverso la politica dei salari.
Maria Teresa Guerrini, Regina Lupi, Maria Rosa Di Simone (2023). I salari dei docenti nelle università di Roma, Bologna e Perugia nel Settecento: un’analisi comparata. ANNALI DI STORIA DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE, 2023(1), 65-84 [10.17396/107421].
I salari dei docenti nelle università di Roma, Bologna e Perugia nel Settecento: un’analisi comparata
Maria Teresa Guerrini
;
2023
Abstract
Le università di Roma, Bologna e Perugia, pur con evidenti diversità, hanno condiviso in età moderna alcune caratteristiche: di fondazione medievale, si sono trovate ad operare nello Stato della Chiesa ed hanno visto l’affermazione determinata del potere dei collegi dottorali, nonché la presenza di autorità ecclesiastiche tra i loro organi di gestione (il camerlengo a Roma, l’arcidiacono e Bologna ed il vescovo a Perugia). Nel corso del XVIII secolo, i tre atenei hanno conosciuto momenti di riforma e riorganizzazione (Roma nel 1700 e durante il pontificato di Benedetto XIV, Bologna nel 1737, Perugia nel 1720) ideati e promossi nel tentativo di riportarle in auge: una migliore selezione del corpo docente e la riorganizzazione dei curricula furono gli strumenti con i quali si cercò di innalzare il livello scientifico degli insegnamenti e di ripopolare le aule universitarie. L’indagine sulle dinamiche dei salari dei docenti di Roma, Bologna e Perugia nel ‘700 sarà condotta muovendo dall’ipotesi che esse possano essere la risultante di politiche accademiche già note (grazie alle norme statutarie e regolamentari), o di altre attuate nella prassi attraverso la distribuzione degli stipendi. I salari, per esempio, possono attestare il credito assunto da alcuni docenti, un variare delle gerarchie tra le discipline, tendenze significative del bilancio complessivo degli Studia, e così via. In prima istanza si presenterà una ricostruzione del sistema di definizione ed attribuzione dei salari, con particolare riferimento alla realtà romana, dove il passaggio tra Sei e Settecento fu caratterizzato proprio da iniziative in questo settore. Successivamente si affronterà l’analisi propriamente quantitativa e comparativa: la rilevazione dei dati riguarderà solo alcuni anni scelti come campione (1698-99; 1712-1713; 1738-39; 1749-1750) e selezionati tenendo conto delle fonti disponibili e delle riforme attuate nelle tre Università, in modo da poter verificare se i momenti di rinnovamento si siano concretizzati anche attraverso la determinazione degli stipendi. Il confronto tra i dati delle tre sedi universitarie consentirà di discernere tra le tendenze comuni – attribuibili alla politica statale o alla temperie culturale –, le specificità introdotte con le riforme e quelle generate proprio attraverso la politica dei salari.File | Dimensione | Formato | |
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