Si analizza il meccanismo del perpetuarsi della nobiltà guerriera e la trasmissione della del patrimonio fondiario nel territorio di Rimini nel periodo di passaggio dalla amministrazione bizantina del territorio (Esarcato d'Italia) al suo inglobamento nel Patrimonium Beati Petri (secoli VIII-XI). La figura chiave di questo processo, che coinvolge - attraverso i documenti d'archivio - le famiglie di origine militare bizantine, rimane l'arcivescovo di Ravenna, il maggior possessore fondiario ed il tramite della memoria storica.

Ceti dirigenti e patrimonio fondiario nel Riminese dalla caduta dell’Esarcato all’età Ottoniana (secoli VIII-X)

VESPIGNANI, GIORGIO
2010

Abstract

Si analizza il meccanismo del perpetuarsi della nobiltà guerriera e la trasmissione della del patrimonio fondiario nel territorio di Rimini nel periodo di passaggio dalla amministrazione bizantina del territorio (Esarcato d'Italia) al suo inglobamento nel Patrimonium Beati Petri (secoli VIII-XI). La figura chiave di questo processo, che coinvolge - attraverso i documenti d'archivio - le famiglie di origine militare bizantine, rimane l'arcivescovo di Ravenna, il maggior possessore fondiario ed il tramite della memoria storica.
2010
DALLE ORIGINI ALL'ANNO MILLE
347
358
G. VESPIGNANI
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/93652
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact