La sconcertante ambiguità dello specchio è un topos ricorrente anche nella nostra cultura occidentale, con implicazioni soprattutto a livello simbolico e metaforico, che hanno avuto precisi risvolti sul piano iconografico: infatti lo specchio compare come attributo allegorico tanto di virtù cardinali quanto di vizi capitali; simbolo, per esempio, sia della Prudenza che della Vanità. Anche a livello concettuale e filosofico ritroviamo la stessa ambivalenza: la meccanica fedeltà della sua capacità di riproduzione può essere sentita ora come espressione di oggettività e di verità, ora come segno di illusione e di fallacia. E se la sua facoltà di riflessione è, da un lato, solo vuota illusione, dall’altro, sembra implicare l’idea di uno sforzo intellettuale verso la verità. Anche per quanto riguarda specificamente la pittura e la teoria delle arti, lo specchio è un oggetto molto connotato e conserva lo stesso statuto di ambiguità: a partire dal mito di Narciso, a cui esso allude in modo così diretto – Narciso, che anche secondo l’Alberti, sarebbe il fondatore della pittura e, diremmo quasi, il santo patrono di tutti i pittori, e che trova, come è noto, nel riflesso dello spec- chio un’occasione di vita e di morte a un tempo.
Stefano Ferrari (2010). Il perturbante dello specchio e l'autoritratto. BOLOGNA : Dipartimento delle Arti Visive.
Il perturbante dello specchio e l'autoritratto
FERRARI, STEFANO
2010
Abstract
La sconcertante ambiguità dello specchio è un topos ricorrente anche nella nostra cultura occidentale, con implicazioni soprattutto a livello simbolico e metaforico, che hanno avuto precisi risvolti sul piano iconografico: infatti lo specchio compare come attributo allegorico tanto di virtù cardinali quanto di vizi capitali; simbolo, per esempio, sia della Prudenza che della Vanità. Anche a livello concettuale e filosofico ritroviamo la stessa ambivalenza: la meccanica fedeltà della sua capacità di riproduzione può essere sentita ora come espressione di oggettività e di verità, ora come segno di illusione e di fallacia. E se la sua facoltà di riflessione è, da un lato, solo vuota illusione, dall’altro, sembra implicare l’idea di uno sforzo intellettuale verso la verità. Anche per quanto riguarda specificamente la pittura e la teoria delle arti, lo specchio è un oggetto molto connotato e conserva lo stesso statuto di ambiguità: a partire dal mito di Narciso, a cui esso allude in modo così diretto – Narciso, che anche secondo l’Alberti, sarebbe il fondatore della pittura e, diremmo quasi, il santo patrono di tutti i pittori, e che trova, come è noto, nel riflesso dello spec- chio un’occasione di vita e di morte a un tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.