L’edizione italiana di alcuni scritti di Fernand Deligny – quelli che riguardano le sue esperienze dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1966, sul limite quindi dell’ultimo tentativo di Deligny nelle Cévennes – ad opera delle Edizioni dell’Asino è una operazione culturale di grande interesse pedagogico ma anche politico. L’edizione è accompagnata da una attenta cura, lettura e introduzione ai testi dell’autore da parte di Luigi Monti, che ne contestualizza l’esperienza ma la mette anche in una relazione – incompatibile – con il nostro presente ma anche con i presenti coevi di alcune parti della sua vita. Molto raramente è possibile leggere una cifra di scrittura quale quella di Deligny nel campo della pedagogia: provocatoria, ironica, poetica, densa, immaginifica nel senso letterale, piena cioè di ritratti, apparizioni, epifanie e priva di moralismi. Il libro si divide in quattro scritti che scandiscono alcune fasi della vita dell’autore. L’ingresso nel linguaggio-mondo di Deligny è folgorante: per potervi accedere è necessario abbandonare ogni tendenza alla political correctness, contestualizzare storicamente, comprendere che l’autore parla sempre posizionato dentro un corpo a corpo con una realtà in cui è immerso: non dispensa consigli, non elabora teorie, non edifica mausolei a sé stesso, diffida e prende distanza da ogni intenzione salvifica, non giudica, ma prende posizione anche contro sé stesso, è curioso.

fulvia antonelli (2022). Recensione di: Fernand Deligny, I vagabondi efficaci, Edizioni dell’Asino, Roma, 2020. RICERCHE DI PEDAGOGIA E DIDATTICA, 17(3), 153-158 [10.6092/issn.1970-2221/15834].

Recensione di: Fernand Deligny, I vagabondi efficaci, Edizioni dell’Asino, Roma, 2020

fulvia antonelli
2022

Abstract

L’edizione italiana di alcuni scritti di Fernand Deligny – quelli che riguardano le sue esperienze dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1966, sul limite quindi dell’ultimo tentativo di Deligny nelle Cévennes – ad opera delle Edizioni dell’Asino è una operazione culturale di grande interesse pedagogico ma anche politico. L’edizione è accompagnata da una attenta cura, lettura e introduzione ai testi dell’autore da parte di Luigi Monti, che ne contestualizza l’esperienza ma la mette anche in una relazione – incompatibile – con il nostro presente ma anche con i presenti coevi di alcune parti della sua vita. Molto raramente è possibile leggere una cifra di scrittura quale quella di Deligny nel campo della pedagogia: provocatoria, ironica, poetica, densa, immaginifica nel senso letterale, piena cioè di ritratti, apparizioni, epifanie e priva di moralismi. Il libro si divide in quattro scritti che scandiscono alcune fasi della vita dell’autore. L’ingresso nel linguaggio-mondo di Deligny è folgorante: per potervi accedere è necessario abbandonare ogni tendenza alla political correctness, contestualizzare storicamente, comprendere che l’autore parla sempre posizionato dentro un corpo a corpo con una realtà in cui è immerso: non dispensa consigli, non elabora teorie, non edifica mausolei a sé stesso, diffida e prende distanza da ogni intenzione salvifica, non giudica, ma prende posizione anche contro sé stesso, è curioso.
2022
fulvia antonelli (2022). Recensione di: Fernand Deligny, I vagabondi efficaci, Edizioni dell’Asino, Roma, 2020. RICERCHE DI PEDAGOGIA E DIDATTICA, 17(3), 153-158 [10.6092/issn.1970-2221/15834].
fulvia antonelli
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