L'indagine di questo articolo verte sulla portata del fenomeno che prende il nome di User-Generated Content da un punto di vista della libertà di comunicazione degli utenti e dei connessi limiti al suo concreto esercizio in ambiente digitale, luogo nel quale il livello di pericolosità di alcune espressioni s'innalza incredibilmente. In particolare, le critiche si concentreranno sulla creazione di contenuti che possono, a volte, trascendere in azioni di odio collettivo e deliberato, provocando un irrimediabile senso di paura e tormento nelle vittime fatte oggetto di derisione. L'articolo valuterà pertanto il fenomeno degli UGC in un'accezione prettamente negativa, o degenerata, per l'appunto. Da qui il titolo: User (De)Generated content. In questo senso, verrà presentata quale esempio emblematico di questa degenerazione l'eccezione di parodia, che viene regolamentata dalla nuova Direttiva sul Copyright (DSM) e che ha ottenuto un'attenta analisi giuridica anche nel campo del diritto costituzionale in quanto esercizio della libera manifestazione del pensiero. La valutazione proseguirà con la disamina degli strumenti giuridici capaci di tutelare le vittime, o, per meglio dire, gli utenti di una determinata piattaforma da questi contenuti degenerati. L'interazione tra utenti nella società dell'informazione sconfina le differenti sensibilità nazionali e le tecniche di risoluzione dei conflitti non sempre risulta agevole; in questo contesto, i social media si scoprono i nuovi regolatori della libertà di parola. Al cambiare del social media di riferimento, però, si vedrà come anche la percezione e il contrasto a tali degenerazioni cambia. Nel nostro studio, perciò, andremo a valutare il contenuto formale di queste nuove manifestazioni, indagando se e quando possono rientrare in categorie standardizzate, come ad esempio le fake news o l’hate speech, analizzandone il trattamento legale di riferimento. In conclusione, accenneremo al ruolo dei social media e della responsabilità civile per la disseminazione di tali contenuti.
Jacopo Menghini (2023). User-Degenerated Content. CIBERSPAZIO E DIRITTO, vol. 24(73 (1 - 2023)), 79-99 [10.53148/CD202301005].
User-Degenerated Content
Jacopo Menghini
2023
Abstract
L'indagine di questo articolo verte sulla portata del fenomeno che prende il nome di User-Generated Content da un punto di vista della libertà di comunicazione degli utenti e dei connessi limiti al suo concreto esercizio in ambiente digitale, luogo nel quale il livello di pericolosità di alcune espressioni s'innalza incredibilmente. In particolare, le critiche si concentreranno sulla creazione di contenuti che possono, a volte, trascendere in azioni di odio collettivo e deliberato, provocando un irrimediabile senso di paura e tormento nelle vittime fatte oggetto di derisione. L'articolo valuterà pertanto il fenomeno degli UGC in un'accezione prettamente negativa, o degenerata, per l'appunto. Da qui il titolo: User (De)Generated content. In questo senso, verrà presentata quale esempio emblematico di questa degenerazione l'eccezione di parodia, che viene regolamentata dalla nuova Direttiva sul Copyright (DSM) e che ha ottenuto un'attenta analisi giuridica anche nel campo del diritto costituzionale in quanto esercizio della libera manifestazione del pensiero. La valutazione proseguirà con la disamina degli strumenti giuridici capaci di tutelare le vittime, o, per meglio dire, gli utenti di una determinata piattaforma da questi contenuti degenerati. L'interazione tra utenti nella società dell'informazione sconfina le differenti sensibilità nazionali e le tecniche di risoluzione dei conflitti non sempre risulta agevole; in questo contesto, i social media si scoprono i nuovi regolatori della libertà di parola. Al cambiare del social media di riferimento, però, si vedrà come anche la percezione e il contrasto a tali degenerazioni cambia. Nel nostro studio, perciò, andremo a valutare il contenuto formale di queste nuove manifestazioni, indagando se e quando possono rientrare in categorie standardizzate, come ad esempio le fake news o l’hate speech, analizzandone il trattamento legale di riferimento. In conclusione, accenneremo al ruolo dei social media e della responsabilità civile per la disseminazione di tali contenuti.File | Dimensione | Formato | |
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