Sommario: Il trapianto di organi solidi (cuore, rene e fegato) e sempre più utilizzato per il trattamento di patologie in fase terminale. Ciononostante ogni tipo di trapiantato presenta complicanze secondarie, in particolare un elevato rischio di patologia cardiovascolare (ipertensione), miopatie e problemi psicologici oltre a limitazioni della risposta all’esercizio. In quest’ottica è ormai dimostrato che la pratica di esercizio fisico possa migliorare le condizioni dei trapiantati. Scopo: Il progetto vuole valutare la fattibilità di un programma di attività fisica individualizzato e svolto in sicurezza che risponda alle esigenze di un gruppo eterogeneo di trapiantati, constatare i possibili fattori di rischio e le controindicazioni, stabilire i parametri di controllo e valutare le risposte in termini di efficienza fisica motivando la popolazione trapiantata alla pratica di esercizio. Materiali e Metodi: 7 pazienti trapiantati (47, +23,-13; due trapiantati di cuore, due di fegato, due di rene e uno doppio di rene e fegato) sono stati sottoposti a un programma di training fisico cardiovascolare e di ginnastica a corpo libero di 4 mesi con frequenza da due a tre sedute settimanali, in primis come attività di gruppo per arrivare progressivamente (dal 4° mese) a sedute autonome di training supervisionato. Il reclutamento è avvenuto tramite visite ed esami specialistici e attraverso la somministrazione del test da sforzo cardiopolmonare (CPET). La valutazione pre e post training è stata effettuata tramite il CPET stesso ed alcuni test funzionali quali Sit and Reach test, Side Bending Test, test di equilibrio monopodalico, stabilometria ad occhi aperti e chiusi. Il monitoraggio del carico interno (impegno cardiovascolare 50/70% della FC Max) è stato effettuato tramite cardiofrequenzimetro e scala di Borg (CR10) per poter superare le problematiche relative alla standardizzazione dei parametri dei pazienti con disturbi cardiovascolari o sotto cura farmacologica che ne alterassero le risposte. Risultati: Il CPET, somministrato solo a 5 pazienti, ha dimostrato un miglioramento in 3 di essi ed una scarsa rilevanza nei restanti 2 per le difficoltà a raggiungere l’intensità di soglia anaerobica. I test funzionali, eseguiti nell’intero campione, evidenziano incremento medio della mobilità flessoria del tronco di 18,5 cm (Sit and Reach), una riduzione dell’oscillazione del centro di gravità (valutazione stabilometrica: -28% con occhi aperti e - 22% con occhi chiusi) ed un miglioramento globale nel mantenimento dell’equilibrio monopodalico, specialmente ad occhi chiusi. Conclusioni: La caratteristica principale rilevata al termine del progetto non è l'appurato miglioramento delle capacità fisiche, bensì la dimostrazione della fattibilità di un programma di esercizio fisico indirizzato a una popolazione eterogenea di trapiantati che possa rispondere alle comuni esigenze. Sono risultati fondamentali tutti i metodi di valutazione e monitoraggio (sia di tipo clinico sia relativi all’esercizio) che hanno permesso la sicurezza del progetto. In particolare è risultata particolarmente positiva la risposta morale dei pazienti stessi in termini di partecipazione e motivazione, grazie alla continua supervisione e assistenza in equipe del medico specialista e del laureato in Scienze Motorie.

P.Maietta Latessa, G. (2013). Attività fisica e trapianto di organi solidi - Studio di fattibilità: progetto VitAttiva.

Attività fisica e trapianto di organi solidi - Studio di fattibilità: progetto VitAttiva

P. Maietta Latessa;G. Belli;C. Tentoni
2013

Abstract

Sommario: Il trapianto di organi solidi (cuore, rene e fegato) e sempre più utilizzato per il trattamento di patologie in fase terminale. Ciononostante ogni tipo di trapiantato presenta complicanze secondarie, in particolare un elevato rischio di patologia cardiovascolare (ipertensione), miopatie e problemi psicologici oltre a limitazioni della risposta all’esercizio. In quest’ottica è ormai dimostrato che la pratica di esercizio fisico possa migliorare le condizioni dei trapiantati. Scopo: Il progetto vuole valutare la fattibilità di un programma di attività fisica individualizzato e svolto in sicurezza che risponda alle esigenze di un gruppo eterogeneo di trapiantati, constatare i possibili fattori di rischio e le controindicazioni, stabilire i parametri di controllo e valutare le risposte in termini di efficienza fisica motivando la popolazione trapiantata alla pratica di esercizio. Materiali e Metodi: 7 pazienti trapiantati (47, +23,-13; due trapiantati di cuore, due di fegato, due di rene e uno doppio di rene e fegato) sono stati sottoposti a un programma di training fisico cardiovascolare e di ginnastica a corpo libero di 4 mesi con frequenza da due a tre sedute settimanali, in primis come attività di gruppo per arrivare progressivamente (dal 4° mese) a sedute autonome di training supervisionato. Il reclutamento è avvenuto tramite visite ed esami specialistici e attraverso la somministrazione del test da sforzo cardiopolmonare (CPET). La valutazione pre e post training è stata effettuata tramite il CPET stesso ed alcuni test funzionali quali Sit and Reach test, Side Bending Test, test di equilibrio monopodalico, stabilometria ad occhi aperti e chiusi. Il monitoraggio del carico interno (impegno cardiovascolare 50/70% della FC Max) è stato effettuato tramite cardiofrequenzimetro e scala di Borg (CR10) per poter superare le problematiche relative alla standardizzazione dei parametri dei pazienti con disturbi cardiovascolari o sotto cura farmacologica che ne alterassero le risposte. Risultati: Il CPET, somministrato solo a 5 pazienti, ha dimostrato un miglioramento in 3 di essi ed una scarsa rilevanza nei restanti 2 per le difficoltà a raggiungere l’intensità di soglia anaerobica. I test funzionali, eseguiti nell’intero campione, evidenziano incremento medio della mobilità flessoria del tronco di 18,5 cm (Sit and Reach), una riduzione dell’oscillazione del centro di gravità (valutazione stabilometrica: -28% con occhi aperti e - 22% con occhi chiusi) ed un miglioramento globale nel mantenimento dell’equilibrio monopodalico, specialmente ad occhi chiusi. Conclusioni: La caratteristica principale rilevata al termine del progetto non è l'appurato miglioramento delle capacità fisiche, bensì la dimostrazione della fattibilità di un programma di esercizio fisico indirizzato a una popolazione eterogenea di trapiantati che possa rispondere alle comuni esigenze. Sono risultati fondamentali tutti i metodi di valutazione e monitoraggio (sia di tipo clinico sia relativi all’esercizio) che hanno permesso la sicurezza del progetto. In particolare è risultata particolarmente positiva la risposta morale dei pazienti stessi in termini di partecipazione e motivazione, grazie alla continua supervisione e assistenza in equipe del medico specialista e del laureato in Scienze Motorie.
2013
Congresso Nazionale SIMSE- Abstract
P.Maietta Latessa, G. (2013). Attività fisica e trapianto di organi solidi - Studio di fattibilità: progetto VitAttiva.
P.Maietta Latessa, G.Belli, M.Stancari, C.Tentoni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/933499
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