Il presente contributo intende indagare l’impiego dell’ekphrasis nei Salons (1987) di Giorgio Manganelli alla luce degli studi recenti sull’iconotestualità. La presenza delle immagini riprodotte modifica la ricezione dell’opera, creando diverse tipologie di interazione tra testo e sua illustrazione (o tra immagine e suo commento verbale). Quando vi sia una corrispondenza di referente tra testo e immagine si parlerà di ekphrasisdidascalia: attraverso l’uso della deissi il soggetto descrivente si trasforma in un admonitor o Sprecher (Sypher 1968) che si trova dentro l’opera e allo stesso tempo orienta lo sguardo del lettore. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, Manganelli non fa riferimento all’opera riprodotta o, persino, ne descrive un’altra stavolta non visibile, creando uno scarto interpretativo tra mostrazione dell’esistente e descrizione del non-esistente (o esistente-altrove), secondo un procedimento che Tamar Yacobi (2013) ha definito di doppia esposizione ecfrastica.
Lavinia Torti (2023). “Il nulla illustrato?”. Doppia esposizione ecfrastica negli scritti d'arte di Giorgio Manganelli. RIVISTA DI STUDI ITALIANI, 41(1), 186-200.
“Il nulla illustrato?”. Doppia esposizione ecfrastica negli scritti d'arte di Giorgio Manganelli
Lavinia Torti
2023
Abstract
Il presente contributo intende indagare l’impiego dell’ekphrasis nei Salons (1987) di Giorgio Manganelli alla luce degli studi recenti sull’iconotestualità. La presenza delle immagini riprodotte modifica la ricezione dell’opera, creando diverse tipologie di interazione tra testo e sua illustrazione (o tra immagine e suo commento verbale). Quando vi sia una corrispondenza di referente tra testo e immagine si parlerà di ekphrasisdidascalia: attraverso l’uso della deissi il soggetto descrivente si trasforma in un admonitor o Sprecher (Sypher 1968) che si trova dentro l’opera e allo stesso tempo orienta lo sguardo del lettore. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, Manganelli non fa riferimento all’opera riprodotta o, persino, ne descrive un’altra stavolta non visibile, creando uno scarto interpretativo tra mostrazione dell’esistente e descrizione del non-esistente (o esistente-altrove), secondo un procedimento che Tamar Yacobi (2013) ha definito di doppia esposizione ecfrastica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.