Nonostante il concetto di vulnerabilità sismica sia stato esteso fino ad includere aspetti più sistemici e funzionali, il rischio sismico è ancora gestito attraverso azioni che si concentrano principalmente sulla riduzione della vulnerabilità del singolo edificio, supportate da nuove tecnologie utili per condurre indagini conoscitive in grado di fornire in modo speditivo ed economico informazioni attendibili sulle caratteristiche costruttive degli edifici. Se questa fase conoscitiva è un indispensabile punto di partenza per il progetto di adeguati interventi alla scala edilizia, appare sempre più evidente come sia necessario integrare questa logica basata su interventi puntuali con la diagnosi del patrimonio costruito esistente alla scala urbana, in grado di orientare scelte di pianificazione e di rigenerazione urbana. La diagnosi delle prestazioni sismiche del tessuto urbano consente di individuare delle priorità di intervento superando l’approccio degli incentivi a pioggia, verso una migliore finalizzazione dei contributi pubblici alla qualificazione e messa in sicurezza della città. Il presente contributo intende presentare i risultati di un’analisi degli strumenti normativi, dei piani urbanistici generali, della pianificazione emergenziale post-sisma e degli incentivi attualmente in uso in Italia, che ha permesso di individuare buone pratiche per la riduzione del rischio sismico urbano, con un’attenzione particolare al patrimonio culturale e ai centri storici, considerati come le aree più fragili, ma allo stesso tempo anche simbolo dell’identità locale e il cuore degli insediamenti dell’area Adriatico-Ionica.
Giulia Marzani, A.S. (2023). Indagare il rischio sismico alla scala urbana attraverso una raccolta di buone pratiche: prime evidenze dal progetto europeo ADRISEISMIC.. Roma-Milano : Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti.
Indagare il rischio sismico alla scala urbana attraverso una raccolta di buone pratiche: prime evidenze dal progetto europeo ADRISEISMIC.
Giulia Marzani;Angela Santangelo;Simona Tondelli
2023
Abstract
Nonostante il concetto di vulnerabilità sismica sia stato esteso fino ad includere aspetti più sistemici e funzionali, il rischio sismico è ancora gestito attraverso azioni che si concentrano principalmente sulla riduzione della vulnerabilità del singolo edificio, supportate da nuove tecnologie utili per condurre indagini conoscitive in grado di fornire in modo speditivo ed economico informazioni attendibili sulle caratteristiche costruttive degli edifici. Se questa fase conoscitiva è un indispensabile punto di partenza per il progetto di adeguati interventi alla scala edilizia, appare sempre più evidente come sia necessario integrare questa logica basata su interventi puntuali con la diagnosi del patrimonio costruito esistente alla scala urbana, in grado di orientare scelte di pianificazione e di rigenerazione urbana. La diagnosi delle prestazioni sismiche del tessuto urbano consente di individuare delle priorità di intervento superando l’approccio degli incentivi a pioggia, verso una migliore finalizzazione dei contributi pubblici alla qualificazione e messa in sicurezza della città. Il presente contributo intende presentare i risultati di un’analisi degli strumenti normativi, dei piani urbanistici generali, della pianificazione emergenziale post-sisma e degli incentivi attualmente in uso in Italia, che ha permesso di individuare buone pratiche per la riduzione del rischio sismico urbano, con un’attenzione particolare al patrimonio culturale e ai centri storici, considerati come le aree più fragili, ma allo stesso tempo anche simbolo dell’identità locale e il cuore degli insediamenti dell’area Adriatico-Ionica.File | Dimensione | Formato | |
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