I delitti di turbativa sono stati di recente oggetto di un rinnovato interesse da parte del diritto vivente, acquisendo un ruolo centrale in relazione allo statuto penale della pubblica amministrazione. L’indirizzo estensivo condiviso da gran parte della giurisprudenza ha, infatti, trovato ulteriori sviluppi, che rasentano l’analogia in malam partem se non un vero e proprio “creazionismo ermeneutico”. Tali profili di tensione con le garanzie fondamentali della sfera penale sono da declinare in una prospettiva – almeno in parte – nuova, in ragione delle significative riforme che hanno investito negli ultimi mesi la regolamentazione dei contratti pubblici a livello europeo e nazionale. La posta in gioco è alta, atteso il rischio di vanificare sul piano sanzionatorio gli sforzi intrapresi per adeguare la disciplina interna agli standard di tutela sovranazionali. Lo studio si propone, allora, di rileggere i delitti di turbativa secondo le direttrici offerte dal principio di tipicità, selezionando i casi paradigmatici in base alla tassatività delle diverse sottofattispecie. Preso atto delle incongruenze semantiche e della debolezza dei contrassegni di tipicità, si prospetta un approccio ermeneutico di segno restrittivo ancorato al perimetro testuale delle norme incriminatrici. In seconda battuta, l’indagine si spinge a verificare la legittimità delle scelte di tutela compiute dal legislatore rispetto alla ragionevolezza delle incriminazioni: il giudizio di proporzionalità è calato nella dimensione punitiva, allo scopo di razionalizzare il novero dei delitti di turbativa e contrastare il “doppio” chilling effect che ostacola l’attività degli operatori economici e dei funzionari pubblici.
Alessandra Santangelo (2023). Uno studio sui delitti di turbativa. La tutela della concorrenza tra tipicità e proporzionalità dell'intervento penale. Bologna : Bologna University Press [10.30682/sg329].
Uno studio sui delitti di turbativa. La tutela della concorrenza tra tipicità e proporzionalità dell'intervento penale
Alessandra Santangelo
2023
Abstract
I delitti di turbativa sono stati di recente oggetto di un rinnovato interesse da parte del diritto vivente, acquisendo un ruolo centrale in relazione allo statuto penale della pubblica amministrazione. L’indirizzo estensivo condiviso da gran parte della giurisprudenza ha, infatti, trovato ulteriori sviluppi, che rasentano l’analogia in malam partem se non un vero e proprio “creazionismo ermeneutico”. Tali profili di tensione con le garanzie fondamentali della sfera penale sono da declinare in una prospettiva – almeno in parte – nuova, in ragione delle significative riforme che hanno investito negli ultimi mesi la regolamentazione dei contratti pubblici a livello europeo e nazionale. La posta in gioco è alta, atteso il rischio di vanificare sul piano sanzionatorio gli sforzi intrapresi per adeguare la disciplina interna agli standard di tutela sovranazionali. Lo studio si propone, allora, di rileggere i delitti di turbativa secondo le direttrici offerte dal principio di tipicità, selezionando i casi paradigmatici in base alla tassatività delle diverse sottofattispecie. Preso atto delle incongruenze semantiche e della debolezza dei contrassegni di tipicità, si prospetta un approccio ermeneutico di segno restrittivo ancorato al perimetro testuale delle norme incriminatrici. In seconda battuta, l’indagine si spinge a verificare la legittimità delle scelte di tutela compiute dal legislatore rispetto alla ragionevolezza delle incriminazioni: il giudizio di proporzionalità è calato nella dimensione punitiva, allo scopo di razionalizzare il novero dei delitti di turbativa e contrastare il “doppio” chilling effect che ostacola l’attività degli operatori economici e dei funzionari pubblici.File | Dimensione | Formato | |
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