Il presente contributo si propone di sottoporre ad una prima analisi di tipo codicologico e paleografico un bifoglio membranaceo contenente frammenti del libro VIII del "De civitate Dei" di S. Agostino riutilizzato come foglio di guardia all’interno di un registro di conti del 1635 e solo recentemente scoperto tra le pergamene conservate presso l’Archivio della Fabbriceria di S. Petronio di Bologna. Nonostante la straordinaria fortuna che l’opera agostiniana ebbe nel Medioevo, la scoperta appare senz’altro rilevante da un punto di vista generale di storia della cultura e della tradizione del testo, ma soprattutto da un punto di vista strettamente paleografico. Già ad un primo sguardo, infatti, il frammento si rivela antichissimo, venendo a rappresentare una delle testimonianze librarie più vetuste non solo per quanto riguarda specificamente la tradizione del "De civitate Dei", ma in assoluto fra quelle conservate nel territorio bolognese, offrendo un nuovo interessante esempio di scrittura semionciale. La responsabilità scientifica del lavoro è così suddivisa: - M. Modesti: Il frammento bolognese: analisi codicologica e paleografica; Conclusioni (pp. 211-221) - A. Zuffrano: Introduzione; La semionciale: riferimenti storiografici (pp. 203-211)
Un nuovo frammento del De civitate Dei di S. Agostino in semionciale. Analisi codicologica e paleografica
MODESTI, MADDALENA;ZUFFRANO, ANNAFELICIA
2010
Abstract
Il presente contributo si propone di sottoporre ad una prima analisi di tipo codicologico e paleografico un bifoglio membranaceo contenente frammenti del libro VIII del "De civitate Dei" di S. Agostino riutilizzato come foglio di guardia all’interno di un registro di conti del 1635 e solo recentemente scoperto tra le pergamene conservate presso l’Archivio della Fabbriceria di S. Petronio di Bologna. Nonostante la straordinaria fortuna che l’opera agostiniana ebbe nel Medioevo, la scoperta appare senz’altro rilevante da un punto di vista generale di storia della cultura e della tradizione del testo, ma soprattutto da un punto di vista strettamente paleografico. Già ad un primo sguardo, infatti, il frammento si rivela antichissimo, venendo a rappresentare una delle testimonianze librarie più vetuste non solo per quanto riguarda specificamente la tradizione del "De civitate Dei", ma in assoluto fra quelle conservate nel territorio bolognese, offrendo un nuovo interessante esempio di scrittura semionciale. La responsabilità scientifica del lavoro è così suddivisa: - M. Modesti: Il frammento bolognese: analisi codicologica e paleografica; Conclusioni (pp. 211-221) - A. Zuffrano: Introduzione; La semionciale: riferimenti storiografici (pp. 203-211)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.