sul governo dei beni collettivi si installano anche poteri di diversa emanazione Introduzione. Tra modelli di sviluppo e transizione ecologica: i domini collettivi come terzo (fragile?) e legittimità ibridati fra formale e informale, terzi rispetto a regolazioni pubbliche o private. Poteri spesso condivisi e frutto di iniziative collettive di recupero e riutilizzo, di spazi e terreni che rinsaldano quel legame sociale op- posto alla logica dell’uso esclusivo. Non si tratta di asserire che questi beni non ammettono l’interferenza di poteri pubblici o privati, quanto di riconoscere che nel governo dei beni collettivi, in luogo di autorità amministrative centrali, si delineano reti policentriche di organizzazioni che strutturano un sistema istituzionale di governance complesso (Ostrom, 2006, 2009) nel quale attori pubblici e privati possono – in misura e incisività diverse – giocare un ruolo. Il superamento della, talvolta solo presunta, contrapposizione pubblico/privato è da intendersi nel senso di un policentrismo di governo nel quale gli attori immediatamente coinvolti svolgono un ruolo primario. La privatizzazione delle risorse oppure, a causa di meri fallimenti di mercato, il loro affidamento alla gestione di autorità pubbliche non sono le uniche due soluzioni possibili per pervenire a gestioni efficienti e durevoli, per risolvere dilemmi sociali complessi, per organizzare le attività collettive e per stabilire delle regole robuste (Ostrom, 2006). Alle nostre latitudini spazio-temporali, l’alterità communale – terza rispetto allo Stato moderno e al mercato – mostra una sua persistenza: il sistema delle terre comuni, da un lato, vive in economie dove l’accesso alle risorse, senza il riconoscimento di un titolo proprietario, è diffusamente praticato; dall’altro, arriva fino a noi peraltro al centro di un rinvigorito dibattito scientifico e culturale, in specie, nell’ambito della cultura giuridica3 e della cultura ecologica.

Davide Olori, Francesco Saverio Oliverio (2022). Introduzione. Tra modelli di sviluppo e transizione ecologica: i domini collettivi come terzo (fragile?). CULTURE DELLA SOSTENIBILITÀ, 29(1), 48-60 [10.7402/CDS.29.001].

Introduzione. Tra modelli di sviluppo e transizione ecologica: i domini collettivi come terzo (fragile?)

Davide Olori
;
2022

Abstract

sul governo dei beni collettivi si installano anche poteri di diversa emanazione Introduzione. Tra modelli di sviluppo e transizione ecologica: i domini collettivi come terzo (fragile?) e legittimità ibridati fra formale e informale, terzi rispetto a regolazioni pubbliche o private. Poteri spesso condivisi e frutto di iniziative collettive di recupero e riutilizzo, di spazi e terreni che rinsaldano quel legame sociale op- posto alla logica dell’uso esclusivo. Non si tratta di asserire che questi beni non ammettono l’interferenza di poteri pubblici o privati, quanto di riconoscere che nel governo dei beni collettivi, in luogo di autorità amministrative centrali, si delineano reti policentriche di organizzazioni che strutturano un sistema istituzionale di governance complesso (Ostrom, 2006, 2009) nel quale attori pubblici e privati possono – in misura e incisività diverse – giocare un ruolo. Il superamento della, talvolta solo presunta, contrapposizione pubblico/privato è da intendersi nel senso di un policentrismo di governo nel quale gli attori immediatamente coinvolti svolgono un ruolo primario. La privatizzazione delle risorse oppure, a causa di meri fallimenti di mercato, il loro affidamento alla gestione di autorità pubbliche non sono le uniche due soluzioni possibili per pervenire a gestioni efficienti e durevoli, per risolvere dilemmi sociali complessi, per organizzare le attività collettive e per stabilire delle regole robuste (Ostrom, 2006). Alle nostre latitudini spazio-temporali, l’alterità communale – terza rispetto allo Stato moderno e al mercato – mostra una sua persistenza: il sistema delle terre comuni, da un lato, vive in economie dove l’accesso alle risorse, senza il riconoscimento di un titolo proprietario, è diffusamente praticato; dall’altro, arriva fino a noi peraltro al centro di un rinvigorito dibattito scientifico e culturale, in specie, nell’ambito della cultura giuridica3 e della cultura ecologica.
2022
Davide Olori, Francesco Saverio Oliverio (2022). Introduzione. Tra modelli di sviluppo e transizione ecologica: i domini collettivi come terzo (fragile?). CULTURE DELLA SOSTENIBILITÀ, 29(1), 48-60 [10.7402/CDS.29.001].
Davide Olori; Francesco Saverio Oliverio
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