Il pittore figurista Giuseppe Antonio Caccioli (1672-1740), in "Varie opere di Prospettiva inventate da Ferdinando Galli d.o il Bibiena, Bolognese Pittore e Architetto dell’A. SS.ma del Sig.re Duca di Parma, Raccolte da Pietro Abbati, et intagliate da Carlo Antonio Buffagnotti", così leggiamo nella didascalia dell’incisione, rappresenta l’Architettura, la Pittura, la Fama, il genietto reggicorone, e tutti coinvolge nell’elogio di “Ferdinandus de Gallis dictus Bibiena bononiensis pictor architectus serenissime ducis Parme”. Ferdinando è ritratto nell’ovale al centro del foglio. Lo vediamo a mezzobusto in elegante abbigliamento e con la parrucca, quella parrucca per indossare la quale lui non nobile aveva voluto e dovuto pagare una tassa. Il naso aquilino e lo sguardo fiero lo individuano. È consapevole del proprio ruolo di pittore e di architetto del duca Farnese, e lo scritto in lettere capitali lo precisa e lo ricorda, è orgoglioso delle novità del suo procedere artistico e del credito che già lo accompagna. Lo conferma lo stesso rivolgersi a Caccioli, il ritrattista allora emergente. Siamo nel 1701. Questa aulica effigie diventerà il prototipo a cui faranno riferimento tutti gli altri ritratti di Ferdinando. Antonio Masini, l’acuto osservatore della realtà felsinea nella sua dimensione quasi quotidiana, subito nel 1684, nella aggiunta alla sua Bologna perlustrata, segnalava l’avvenuta pittura della facciata del Collegio dei Nobili di Parma e le decorazioni nel refettorio e nel salone delle accademie. Sappiamo che entrambe le fronti, l’orientale e quella settentrionale, furono coinvolte nei giochi di quadratura del Bibiena. Disegni ed incisioni testimoniano il suo lavoro, altrimenti perduto. Le incisioni sono rintracciabili in "Varie opere di Prospettiva", significativa testimonianza della volontà di Ferdinando di affidare alla stampa la memoria della sua professionalità sin dagli esordi. Conituerà questa strategia di comunicazione della sua prassi con il trattato "L'architettura civile" (1711) e le successive pubblicazioni in formato tascabile ad uso degli studenti dell'Accademia Clementina.

Ferdinando Galli Bibiena. Dalla prassi all'esemplarità didattica / M.Pigozzi. - STAMPA. - (2010), pp. 55-75. (Intervento presentato al convegno Il convegno, in onore della studiosa di scenografia Mercedes Viale Ferrero, si è giovato dei contributi del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e del Centro Regionale Universitario per la musica "Massimo Mila" della Facoltà di Scienze della Formazione della Università degli Studi di Torino tenutosi a Torino, Teatro Regio, e Venezia, Fondazione Giorgio Cini nel 5-6 febbraio 2009; 5-6 marzo 2009).

Ferdinando Galli Bibiena. Dalla prassi all'esemplarità didattica

PIGOZZI, MARINELLA
2010

Abstract

Il pittore figurista Giuseppe Antonio Caccioli (1672-1740), in "Varie opere di Prospettiva inventate da Ferdinando Galli d.o il Bibiena, Bolognese Pittore e Architetto dell’A. SS.ma del Sig.re Duca di Parma, Raccolte da Pietro Abbati, et intagliate da Carlo Antonio Buffagnotti", così leggiamo nella didascalia dell’incisione, rappresenta l’Architettura, la Pittura, la Fama, il genietto reggicorone, e tutti coinvolge nell’elogio di “Ferdinandus de Gallis dictus Bibiena bononiensis pictor architectus serenissime ducis Parme”. Ferdinando è ritratto nell’ovale al centro del foglio. Lo vediamo a mezzobusto in elegante abbigliamento e con la parrucca, quella parrucca per indossare la quale lui non nobile aveva voluto e dovuto pagare una tassa. Il naso aquilino e lo sguardo fiero lo individuano. È consapevole del proprio ruolo di pittore e di architetto del duca Farnese, e lo scritto in lettere capitali lo precisa e lo ricorda, è orgoglioso delle novità del suo procedere artistico e del credito che già lo accompagna. Lo conferma lo stesso rivolgersi a Caccioli, il ritrattista allora emergente. Siamo nel 1701. Questa aulica effigie diventerà il prototipo a cui faranno riferimento tutti gli altri ritratti di Ferdinando. Antonio Masini, l’acuto osservatore della realtà felsinea nella sua dimensione quasi quotidiana, subito nel 1684, nella aggiunta alla sua Bologna perlustrata, segnalava l’avvenuta pittura della facciata del Collegio dei Nobili di Parma e le decorazioni nel refettorio e nel salone delle accademie. Sappiamo che entrambe le fronti, l’orientale e quella settentrionale, furono coinvolte nei giochi di quadratura del Bibiena. Disegni ed incisioni testimoniano il suo lavoro, altrimenti perduto. Le incisioni sono rintracciabili in "Varie opere di Prospettiva", significativa testimonianza della volontà di Ferdinando di affidare alla stampa la memoria della sua professionalità sin dagli esordi. Conituerà questa strategia di comunicazione della sua prassi con il trattato "L'architettura civile" (1711) e le successive pubblicazioni in formato tascabile ad uso degli studenti dell'Accademia Clementina.
2010
L'immaginario scenografico e la realizzazione musicale, atti del convegno in onore di Mercedes Viale Ferrero
55
75
Ferdinando Galli Bibiena. Dalla prassi all'esemplarità didattica / M.Pigozzi. - STAMPA. - (2010), pp. 55-75. (Intervento presentato al convegno Il convegno, in onore della studiosa di scenografia Mercedes Viale Ferrero, si è giovato dei contributi del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e del Centro Regionale Universitario per la musica "Massimo Mila" della Facoltà di Scienze della Formazione della Università degli Studi di Torino tenutosi a Torino, Teatro Regio, e Venezia, Fondazione Giorgio Cini nel 5-6 febbraio 2009; 5-6 marzo 2009).
M.Pigozzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/92687
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