La premessa dei curatori dei saggi settecenteschi di Andrea Battistini (1947-2020) raccolti con il titolo "Svelare e rigenerare. Studi sulla cultura del Settecento" in occasione dell'emeritato di questo grande maestro dell'Alma Mater (2019) spiega le ragioni per cui il volume non va letto come una semplice raccolta di studi, ma come un libro organico finalizzato a indagare il nesso suggerito dal titolo e dal sottotitolo. Il sottotitolo avverte il lettore che l’angolatura critica alla quale è sottoposto il secolo dei Lumi abbraccia una moltitudine di versanti, ossia non si accontenta di un punto di vista meramente letterario (peraltro impossibile da isolare in un periodo come quello in esame), bensì mira a porre in rilievo alcune tendenze immanenti alla cultura settecentesca nel suo complesso, con uno sguardo, per così dire, a tutto campo. Suggestivamente polisemico, invece, si direbbe il titolo. Da una parte la coppia di verbi all’infinito allude a quel “tournant des Lumières” in conseguenza del quale alla brama di «svelare», «illuminare» e «dissotterrare», che segna il primo cinquantennio del secolo, subentra una coscienza critica nuova, affascinata dall’estetica del sublime e pronta a liberarsi del passato, considerato un peso per chi ha l’ansia di rigenerare in chiave rivoluzionaria ogni ambito non solo della cultura, ma della stessa condizione umana. D’altro canto «svelare» e «rigenerare» sono pur sempre due operazioni complementari e inscindibili: se la rigenerazione della cultura italiana è obiettivo che si pongono anche gli intellettuali della prima metà del secolo (senza che ancora, all’idea di rigenerazione, si associ quella di rivoluzione), «andare oltre le apparenze è nel Settecento un principio epistemologico di validità e applicazione universali», fatto proprio anche da chi, come ad esempio Alfieri nella "Vita", si dichiara disposto a mettere a nudo le proprie contraddizioni, offrendosi «seminudo» allo sguardo del lettore.

Ragione spiegata e ragioni inspiegabili

Francesco Ferretti;Andrea Cristiani
2019

Abstract

La premessa dei curatori dei saggi settecenteschi di Andrea Battistini (1947-2020) raccolti con il titolo "Svelare e rigenerare. Studi sulla cultura del Settecento" in occasione dell'emeritato di questo grande maestro dell'Alma Mater (2019) spiega le ragioni per cui il volume non va letto come una semplice raccolta di studi, ma come un libro organico finalizzato a indagare il nesso suggerito dal titolo e dal sottotitolo. Il sottotitolo avverte il lettore che l’angolatura critica alla quale è sottoposto il secolo dei Lumi abbraccia una moltitudine di versanti, ossia non si accontenta di un punto di vista meramente letterario (peraltro impossibile da isolare in un periodo come quello in esame), bensì mira a porre in rilievo alcune tendenze immanenti alla cultura settecentesca nel suo complesso, con uno sguardo, per così dire, a tutto campo. Suggestivamente polisemico, invece, si direbbe il titolo. Da una parte la coppia di verbi all’infinito allude a quel “tournant des Lumières” in conseguenza del quale alla brama di «svelare», «illuminare» e «dissotterrare», che segna il primo cinquantennio del secolo, subentra una coscienza critica nuova, affascinata dall’estetica del sublime e pronta a liberarsi del passato, considerato un peso per chi ha l’ansia di rigenerare in chiave rivoluzionaria ogni ambito non solo della cultura, ma della stessa condizione umana. D’altro canto «svelare» e «rigenerare» sono pur sempre due operazioni complementari e inscindibili: se la rigenerazione della cultura italiana è obiettivo che si pongono anche gli intellettuali della prima metà del secolo (senza che ancora, all’idea di rigenerazione, si associ quella di rivoluzione), «andare oltre le apparenze è nel Settecento un principio epistemologico di validità e applicazione universali», fatto proprio anche da chi, come ad esempio Alfieri nella "Vita", si dichiara disposto a mettere a nudo le proprie contraddizioni, offrendosi «seminudo» allo sguardo del lettore.
2019
Svelare e rigenerare. Studi sulla cultura del Settecento.
IX
XV
Francesco Ferretti; Andrea Cristiani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/923535
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