Con la sentenza 207/2021, la Corte costituzionale è tornata a pronunciarsi sul principio del libero mandato parlamentare, cogliendo l’occasione per ampliare le riflessioni svolte, seppure solo in via embrionale, nella sentenza 14/1964. Con il tempo, infatti, si è andato limando il contenuto dell’art. 67 della Costituzione, che si è gradualmente arricchito di punti luce e sfumature. Questo è quello che si evince dalla ricostruzione delle due pronunce, che offrono un’utilissima cartina di tornasole dello stato di salute di questo principio classico del costituzionalismo. Nella lettura appare evidente, infatti, l’estensione delle garanzie offerte dall’art. 67, che non si consumano più all’interno del solo rapporto tra eletto ed elettore, ma anche tra eletto e partito politico, e, infine, tra singolo rappresentante e gruppo parlamentare di appartenenza. In secondo luogo, rileva che l’oggetto della tutela del libero mandato parlamentare sia duplice e che ricomprenda sia lo status sia le modalità attraverso cui il rappresentante svolge il proprio mandato. Riflettere sulla giurisprudenza costituzionale in materia rappresenta un momento per rinnovare l’importanza di questo principio di derivazione liberale, ma che anche nella Costituzione repubblicana trova un ruolo centrale, in quanto cardine della rappresentanza politica e in quanto strumentale per la democrazia rappresentativa. Proprio per questi motivi, il suo potenziale, alla luce del contesto attuale, non si è ancora esaurito.
Micol Pignataro (2022). Il libero mandato parlamentare attraverso il prisma della giurisprudenza costituzionale. RASSEGNA PARLAMENTARE, LXIV(2), 293-319.
Il libero mandato parlamentare attraverso il prisma della giurisprudenza costituzionale
Micol Pignataro
2022
Abstract
Con la sentenza 207/2021, la Corte costituzionale è tornata a pronunciarsi sul principio del libero mandato parlamentare, cogliendo l’occasione per ampliare le riflessioni svolte, seppure solo in via embrionale, nella sentenza 14/1964. Con il tempo, infatti, si è andato limando il contenuto dell’art. 67 della Costituzione, che si è gradualmente arricchito di punti luce e sfumature. Questo è quello che si evince dalla ricostruzione delle due pronunce, che offrono un’utilissima cartina di tornasole dello stato di salute di questo principio classico del costituzionalismo. Nella lettura appare evidente, infatti, l’estensione delle garanzie offerte dall’art. 67, che non si consumano più all’interno del solo rapporto tra eletto ed elettore, ma anche tra eletto e partito politico, e, infine, tra singolo rappresentante e gruppo parlamentare di appartenenza. In secondo luogo, rileva che l’oggetto della tutela del libero mandato parlamentare sia duplice e che ricomprenda sia lo status sia le modalità attraverso cui il rappresentante svolge il proprio mandato. Riflettere sulla giurisprudenza costituzionale in materia rappresenta un momento per rinnovare l’importanza di questo principio di derivazione liberale, ma che anche nella Costituzione repubblicana trova un ruolo centrale, in quanto cardine della rappresentanza politica e in quanto strumentale per la democrazia rappresentativa. Proprio per questi motivi, il suo potenziale, alla luce del contesto attuale, non si è ancora esaurito.File | Dimensione | Formato | |
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