L’articolo si propone di riflettere criticamente sullo stato attuale della finanza delle Città metropolitane, partendo dall’assunto della necessità di rafforzare il loro impianto finanziario complessivo, in ragione della infelice scelta legislativa di introdurre un nuovo ente, deputato a governare specificamente i fenomeni metropolitani, facendolo però subentrare alle Province in alcuni territori individuati e senza in alcun modo modificare le fonti di finanziamento ad esso previamente destinate. Attraverso l’analisi di alcuni bilanci a campione, che coinvolga la totalità degli attuali enti metropolitani, sarà possibile osservare empiricamente tale scarsità di risorse oggi attribuite al comparto metropolitano, soprattutto se paragonate alle corrispondenti risorse del comparto comunale. Tuttavia, per efficacemente governare le dinamiche tipiche dei contesti ad alta urbanizzazione, pare ineludibile implementare tali risorse, in primo luogo tributarie e ad autonoma gestione regolamentare, per garantire che le Città metropolitane si affermino con un proprio ruolo innovativo, che si differenzi rispetto alla precedente esperienza provinciale. L’ipotesi è che le Città metropolitane possano svolgere un ruolo di coordinamento finanziario all’interno della loro circoscrizione territoriale sotto un duplice aspetto: in prima battuta, nello stabilire politiche impositive comuni, quando risulti opportuno avocare il presupposto impositivo, oggi comunale, per esigenze di razionalizzazione dei tributi; in secondo luogo, nel prevedere strumenti di redistribuzione delle risorse che coinvolgano tutto il territorio in un’ottica perequativa, permettendo così agli enti metropolitani di svolgere quel ruolo di guida del territorio e di rafforzamento della coesione sociale al suo interno, oggi solo in potenza delineato dalla legge che le ha istituite.
Leonzio Fulvio (2022). Lo stato della finanza delle Città metropolitane e le possibili direzioni di sviluppo. FINANZA E TRIBUTI LOCALI, 3/2022, 11-25.
Lo stato della finanza delle Città metropolitane e le possibili direzioni di sviluppo
Leonzio Fulvio
2022
Abstract
L’articolo si propone di riflettere criticamente sullo stato attuale della finanza delle Città metropolitane, partendo dall’assunto della necessità di rafforzare il loro impianto finanziario complessivo, in ragione della infelice scelta legislativa di introdurre un nuovo ente, deputato a governare specificamente i fenomeni metropolitani, facendolo però subentrare alle Province in alcuni territori individuati e senza in alcun modo modificare le fonti di finanziamento ad esso previamente destinate. Attraverso l’analisi di alcuni bilanci a campione, che coinvolga la totalità degli attuali enti metropolitani, sarà possibile osservare empiricamente tale scarsità di risorse oggi attribuite al comparto metropolitano, soprattutto se paragonate alle corrispondenti risorse del comparto comunale. Tuttavia, per efficacemente governare le dinamiche tipiche dei contesti ad alta urbanizzazione, pare ineludibile implementare tali risorse, in primo luogo tributarie e ad autonoma gestione regolamentare, per garantire che le Città metropolitane si affermino con un proprio ruolo innovativo, che si differenzi rispetto alla precedente esperienza provinciale. L’ipotesi è che le Città metropolitane possano svolgere un ruolo di coordinamento finanziario all’interno della loro circoscrizione territoriale sotto un duplice aspetto: in prima battuta, nello stabilire politiche impositive comuni, quando risulti opportuno avocare il presupposto impositivo, oggi comunale, per esigenze di razionalizzazione dei tributi; in secondo luogo, nel prevedere strumenti di redistribuzione delle risorse che coinvolgano tutto il territorio in un’ottica perequativa, permettendo così agli enti metropolitani di svolgere quel ruolo di guida del territorio e di rafforzamento della coesione sociale al suo interno, oggi solo in potenza delineato dalla legge che le ha istituite.File | Dimensione | Formato | |
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