Le virtualità evolutive delle misure di prevenzione hanno permesso, da ultimo, l’inaugurazione di una nuova stagione della prevenzione patrimoniale, diretta non più al solo scopo dell’ablazione della ricchezza illecitamente locupletata, ma interessata al fine del recupero al terreno della legalità delle imprese oggetto di infiltrazione criminale. Tale nuova prospettiva pare dare sostanza all’ideale di una prevenzione autenticamente “recuperatoria”, dove le logiche della pura profilassi economica cedono il passo alle ambizioni terapeutiche, nella consapevolezza che, rispetto ad imprese di base lecite che si trovano ad operare in contesti socio-ambientali ad alto rischio di contatto con le organizzazioni criminali, una politica criminale razionale non può limitarsi a reprimere impulsivamente ogni forma di indiziaria contiguità, ma deve ergersi ai “piani nobili” orientati agli obiettivi di bonifica della realtà aziendale. Dopo aver analizzato le residuali zone d’ombra del nuovo paradigma, l’Autore evidenzia la necessità di un organico intervento legislativo che affranchi definitivamente le misure di salvataggio dalla dimensione di subalternità funzionale ai teratogeni effetti dell’interdittiva antimafia e sia in grado, anche grazie ad un auspicato “cambio di passo” culturale, di restituire l’immagine di una prevenzione dall’autentico volto solidale.
Mario Arbotti (2022). La prevenzione patrimoniale "recuperatoria" al cospetto della realtà di impresa: ambizioni legittime, perduranti criticità, rischi occulti. RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO PENALE DELL'ECONOMIA, 3-4, 695-734.
La prevenzione patrimoniale "recuperatoria" al cospetto della realtà di impresa: ambizioni legittime, perduranti criticità, rischi occulti
Mario Arbotti
2022
Abstract
Le virtualità evolutive delle misure di prevenzione hanno permesso, da ultimo, l’inaugurazione di una nuova stagione della prevenzione patrimoniale, diretta non più al solo scopo dell’ablazione della ricchezza illecitamente locupletata, ma interessata al fine del recupero al terreno della legalità delle imprese oggetto di infiltrazione criminale. Tale nuova prospettiva pare dare sostanza all’ideale di una prevenzione autenticamente “recuperatoria”, dove le logiche della pura profilassi economica cedono il passo alle ambizioni terapeutiche, nella consapevolezza che, rispetto ad imprese di base lecite che si trovano ad operare in contesti socio-ambientali ad alto rischio di contatto con le organizzazioni criminali, una politica criminale razionale non può limitarsi a reprimere impulsivamente ogni forma di indiziaria contiguità, ma deve ergersi ai “piani nobili” orientati agli obiettivi di bonifica della realtà aziendale. Dopo aver analizzato le residuali zone d’ombra del nuovo paradigma, l’Autore evidenzia la necessità di un organico intervento legislativo che affranchi definitivamente le misure di salvataggio dalla dimensione di subalternità funzionale ai teratogeni effetti dell’interdittiva antimafia e sia in grado, anche grazie ad un auspicato “cambio di passo” culturale, di restituire l’immagine di una prevenzione dall’autentico volto solidale.File | Dimensione | Formato | |
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