. L’indagine fin qui condotta sembra indicare che il toponimo Massalia fu sicuramente utilizzato, almeno a partire dalla tarda età ellenistica (Artemidoro), non solo come poleonimo, ma anche per indicare un territorio più ampio - comprensivo della chora effettiva dell’apoikia e di una « sfera di influenza » più estesa intorno ad essa - che deve essersi sensibilmente modificato nel tempo. L’attenta disamina lessicale qui proposta spinge, ad ogni buon conto, a scartare l’eventualità che una tale accezione coronimica abbia trovato la sua ragion d’essere in un « domain marseillais » supportato dall’intervento romano, o che possa essersi sviluppata in connessione con l’espansione coloniale massaliota in Provenza e in Linguadoca – quella che portò alla formazione degli epiteichismata straboniani – nel corso del IV e del III sec. a.C. Al contrario, in mancanza di alternative lessicali equivalenti – un’assenza pressoché confermata dalla saltuaria attestazione di espressioni come Massaliotis o Massaliotōn chora – sembra legittimo ipotizzare che il toponimo Massalia abbia avuto ab origine entrambe le accezioni, e che sia stato impiegato fin dalla fondazione della città per indicare l’asty e la chora di una polis dotata di un territorio di medie dimensioni . Non è possibile stabilire con certezza in quale momento la referenzialità coronimica di Massalia sia stata estesa alla regione del delta e della media valle del Rodano, ma è verosimile ipotizzare che già prima del III sec. a.C. il vocabolo fosse riferito a un territorio più ampio della chora effettiva della città, forse comprendente anche quegli oppida che avevano stretto dei foedera con essa.
Poleis Massalias: da Artemidoro di Efeso a Eustazio di Tessalonica / Privitera Santo. - In: MÉLANGES DE L'ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME. ANTIQUITÉ. - ISSN 0223-5102. - STAMPA. - 119:(2007), pp. 41-49.
Poleis Massalias: da Artemidoro di Efeso a Eustazio di Tessalonica
Privitera Santo
2007
Abstract
. L’indagine fin qui condotta sembra indicare che il toponimo Massalia fu sicuramente utilizzato, almeno a partire dalla tarda età ellenistica (Artemidoro), non solo come poleonimo, ma anche per indicare un territorio più ampio - comprensivo della chora effettiva dell’apoikia e di una « sfera di influenza » più estesa intorno ad essa - che deve essersi sensibilmente modificato nel tempo. L’attenta disamina lessicale qui proposta spinge, ad ogni buon conto, a scartare l’eventualità che una tale accezione coronimica abbia trovato la sua ragion d’essere in un « domain marseillais » supportato dall’intervento romano, o che possa essersi sviluppata in connessione con l’espansione coloniale massaliota in Provenza e in Linguadoca – quella che portò alla formazione degli epiteichismata straboniani – nel corso del IV e del III sec. a.C. Al contrario, in mancanza di alternative lessicali equivalenti – un’assenza pressoché confermata dalla saltuaria attestazione di espressioni come Massaliotis o Massaliotōn chora – sembra legittimo ipotizzare che il toponimo Massalia abbia avuto ab origine entrambe le accezioni, e che sia stato impiegato fin dalla fondazione della città per indicare l’asty e la chora di una polis dotata di un territorio di medie dimensioni . Non è possibile stabilire con certezza in quale momento la referenzialità coronimica di Massalia sia stata estesa alla regione del delta e della media valle del Rodano, ma è verosimile ipotizzare che già prima del III sec. a.C. il vocabolo fosse riferito a un territorio più ampio della chora effettiva della città, forse comprendente anche quegli oppida che avevano stretto dei foedera con essa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.