Dai primi anni Sessanta fino alla metà degli anni Settanta, Goffredo Parise mostra un particolare interesse ai temi dell’oggetto e ai suoi sviluppi fenomenologici, indagando tali questioni in una serie di testi narrativi, teatrali e giornalistici. Mi riferisco in particolare alla pièce L’assoluto naturale (1963), al romanzo Il padrone (1964) e ai racconti del Crematorio di Vienna (1969). Questi testi sono inquadrati tematicamente, ma anche cronologicamente, dai due viaggi in America del 1961 e del 1975, all’origine dei reportage Odore d’America del 1966 e New York del 1977. Parise affronta qui i temi del consumismo, dell’amore per gli oggetti che in America assume «importanza filosofica» e infine dell’usura diffusa, riassunta efficacemente dalla formula «consumare consuma». Di fronte a questo vasto quadro, il contributo si sofferma sui brani del Crematorio di Vienna, dominati da un senso di angoscia e autoannientamento quali conseguenza inevitabile della struggle for life, declinata secondo un’accezione consumistica. L’umanità messa in scena risulta completamente assorbita dai rapporti materiali: la mutazione del soggetto in oggetto è ormai avvenuta. Nella prefazione ai quattro racconti del Crematorio apparsi come anticipazione dell’edizione sovietica (significativamente intitolata L’uomo è una cosa), l’autore afferma infatti che, una volta violato il ritmo naturale della vita umana, «l’uomo stesso s’è ridotto al rango di “cosa”, è divenuto una cosa fra le cose» .
Il Crematorio di Vienna di Goffredo Parise: la fede nell’oggetto
Elisa Attanasio
2018
Abstract
Dai primi anni Sessanta fino alla metà degli anni Settanta, Goffredo Parise mostra un particolare interesse ai temi dell’oggetto e ai suoi sviluppi fenomenologici, indagando tali questioni in una serie di testi narrativi, teatrali e giornalistici. Mi riferisco in particolare alla pièce L’assoluto naturale (1963), al romanzo Il padrone (1964) e ai racconti del Crematorio di Vienna (1969). Questi testi sono inquadrati tematicamente, ma anche cronologicamente, dai due viaggi in America del 1961 e del 1975, all’origine dei reportage Odore d’America del 1966 e New York del 1977. Parise affronta qui i temi del consumismo, dell’amore per gli oggetti che in America assume «importanza filosofica» e infine dell’usura diffusa, riassunta efficacemente dalla formula «consumare consuma». Di fronte a questo vasto quadro, il contributo si sofferma sui brani del Crematorio di Vienna, dominati da un senso di angoscia e autoannientamento quali conseguenza inevitabile della struggle for life, declinata secondo un’accezione consumistica. L’umanità messa in scena risulta completamente assorbita dai rapporti materiali: la mutazione del soggetto in oggetto è ormai avvenuta. Nella prefazione ai quattro racconti del Crematorio apparsi come anticipazione dell’edizione sovietica (significativamente intitolata L’uomo è una cosa), l’autore afferma infatti che, una volta violato il ritmo naturale della vita umana, «l’uomo stesso s’è ridotto al rango di “cosa”, è divenuto una cosa fra le cose» .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.