La transizione da un’economia fordista ad una postfordista ha portato indubbiamente con sé significativi mutamenti all’interno del mondo del lavoro, che si sono tradotti, in via generale, in una maggiore flessibilità e specializzazione. Revelli, a tal proposito, individuava nel nuovo sistema produttivo un «politeismo dei lavori», da intendersi come l’emergere di nuove professionalità a carattere decisamente più eterogeneo e atipico rispetto al passato, il cui riconoscimento, anche per quanto riguarda la contrattazione collettiva, non risulterebbe essere «né formalizzato né formalizzabile» . Si tratta, in particolare, di figure contraddistinte da un’incredibile debolezza contrattuale, ascrivibile prettamente al loro profilo intermedio e ambiguo, che ne rende conseguentemente complesso l’inquadramento giuridico. In quest’ambito, il diritto del lavoro ha più volte riscontrato delle difficoltà nel ricondurre le nuove forme occupazionali all’interno della storica diade subordinazione-autonomia, i cui confini appaiono, oggi, più sfumati che mai . Se è vero, infatti, che si sia verificato una sorta di «allargamento delle maglie della subordinazione» , è altrettanto innegabile che il lavoro autonomo abbia assunto una rilevanza decisiva, soprattutto in virtù della sua capacità di rispondere affermativamente alle richieste di flessibilità, riduzione dei costi e specializzazione provenienti dall’odierno mercato del lavoro . Pertanto, il presente contributo non si pone solo l'obiettivo di definire il lavoratore autonomo all'interno del nuovo assetto economico-produttivo, ma si propone altresì di individuare le specifiche irregolarità e necessità legate alla sfera del lavoro indipendente, talvolta non ancora contemplate dal Legislatore.
Natalia Tosoni (2022). Controversie contrattuali nel lavoro autonomo e questioni di rappresentanza. TEMPO PRESENTE, 496-498, 45-58.
Controversie contrattuali nel lavoro autonomo e questioni di rappresentanza
Natalia Tosoni
2022
Abstract
La transizione da un’economia fordista ad una postfordista ha portato indubbiamente con sé significativi mutamenti all’interno del mondo del lavoro, che si sono tradotti, in via generale, in una maggiore flessibilità e specializzazione. Revelli, a tal proposito, individuava nel nuovo sistema produttivo un «politeismo dei lavori», da intendersi come l’emergere di nuove professionalità a carattere decisamente più eterogeneo e atipico rispetto al passato, il cui riconoscimento, anche per quanto riguarda la contrattazione collettiva, non risulterebbe essere «né formalizzato né formalizzabile» . Si tratta, in particolare, di figure contraddistinte da un’incredibile debolezza contrattuale, ascrivibile prettamente al loro profilo intermedio e ambiguo, che ne rende conseguentemente complesso l’inquadramento giuridico. In quest’ambito, il diritto del lavoro ha più volte riscontrato delle difficoltà nel ricondurre le nuove forme occupazionali all’interno della storica diade subordinazione-autonomia, i cui confini appaiono, oggi, più sfumati che mai . Se è vero, infatti, che si sia verificato una sorta di «allargamento delle maglie della subordinazione» , è altrettanto innegabile che il lavoro autonomo abbia assunto una rilevanza decisiva, soprattutto in virtù della sua capacità di rispondere affermativamente alle richieste di flessibilità, riduzione dei costi e specializzazione provenienti dall’odierno mercato del lavoro . Pertanto, il presente contributo non si pone solo l'obiettivo di definire il lavoratore autonomo all'interno del nuovo assetto economico-produttivo, ma si propone altresì di individuare le specifiche irregolarità e necessità legate alla sfera del lavoro indipendente, talvolta non ancora contemplate dal Legislatore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.