Con il pianto la specie umana esprime una vasta gamma di emozioni: dalla gioia esuberante al dolore fisico, dalla seduzione alla sofferenza morale, dal pentimento alla richiesta d’aiuto. Fenomeno di portata universale, sensibile alle norme e ai riti sociali come pure alle esperienze personali, da alcuni il pianto viene demonizzato perché responsabile di condotte infantili - regressive, da altri invece è ritenuto sincera espressione dei sentimenti, nonché ispiratore della creatività artistica. Da molti è considerato prevalentemente come un riflesso avente la funzione di scaricare, attraverso le lacrime, la tensione accumulata a seguito di situazioni fortemente emotigene; da altri, invece, come strumento di comunicazione, più efficace delle parole, in cui si incontrano il consolatore e l’afflitto in un rapporto che può aprirsi all’atteggiamento empatico. Comunque lo si voglia intendere, e tralasciando i pregiudizi, spesso marcatamente misogini, il pianto rappresenta una situazione complessa e controversa che non passa inosservata, pur se talvolta ignorata per evitare coinvolgimenti personali.

M.P. Zamagni (2010). Il linguaggio del pianto: fenomenologia di un irresistibile e controverso comportamento. PSYCHOFENIA, 22, 15-58.

Il linguaggio del pianto: fenomenologia di un irresistibile e controverso comportamento.

ZAMAGNI, MARIA PAOLA
2010

Abstract

Con il pianto la specie umana esprime una vasta gamma di emozioni: dalla gioia esuberante al dolore fisico, dalla seduzione alla sofferenza morale, dal pentimento alla richiesta d’aiuto. Fenomeno di portata universale, sensibile alle norme e ai riti sociali come pure alle esperienze personali, da alcuni il pianto viene demonizzato perché responsabile di condotte infantili - regressive, da altri invece è ritenuto sincera espressione dei sentimenti, nonché ispiratore della creatività artistica. Da molti è considerato prevalentemente come un riflesso avente la funzione di scaricare, attraverso le lacrime, la tensione accumulata a seguito di situazioni fortemente emotigene; da altri, invece, come strumento di comunicazione, più efficace delle parole, in cui si incontrano il consolatore e l’afflitto in un rapporto che può aprirsi all’atteggiamento empatico. Comunque lo si voglia intendere, e tralasciando i pregiudizi, spesso marcatamente misogini, il pianto rappresenta una situazione complessa e controversa che non passa inosservata, pur se talvolta ignorata per evitare coinvolgimenti personali.
2010
M.P. Zamagni (2010). Il linguaggio del pianto: fenomenologia di un irresistibile e controverso comportamento. PSYCHOFENIA, 22, 15-58.
M.P. Zamagni
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