Nel racconto Il gaio futuro, pubblicato nel 1972, Ennio Flaiano si sofferma sulle peripezie di un uomo che si reca all’anagrafe a causa di un documento ricevuto con un nome sbagliato. Il protagonista resta allo stesso tempo turbato e affascinato dagli uffici, dal personale, dalle richieste dei cittadini. Descrive l’anagrafe come un ambiente in cui le persone sono «preoccupate di essere ciò che sui registri non risultano» [Flaiano 1972]. Più di un secolo prima, in un capolavoro di Nikolaj Gogol’ veniva narrata una vicenda tratta da un fatto di cronaca: un losco faccendiere acquistava le «anime morte», ossia i servi della gleba registrati nel censimento e poi deceduti, formalmente ancora validi per provare la ricchezza di un proprietario. In entrambi i casi il mondo delle carte validate dal sistema burocratico aveva degli effetti concreti sul mondo reale, generando inquietudini e reazioni. La spinta a occuparci del tema della residenza, oggetto di questo volume, ha origine da un’evidenza con cui hanno fatto i conti generazioni di funzionari pubblici, scienziati sociali, osservatori e soprattutto persone in carne e ossa, preoccupate di non trovare nei registri ufficiali un riscontro effettivo della propria esistenza. Si tratta della stessa evidenza che aveva notato Flaiano e che attraversa a ben guardare tempi e spazi differenti.
Gargiulo, E., Colucci, M., Gallo, S. (2023). Introduzione. La residenza contesa. Bologna : Il Mulino.
Introduzione. La residenza contesa
Gargiulo, E.;
2023
Abstract
Nel racconto Il gaio futuro, pubblicato nel 1972, Ennio Flaiano si sofferma sulle peripezie di un uomo che si reca all’anagrafe a causa di un documento ricevuto con un nome sbagliato. Il protagonista resta allo stesso tempo turbato e affascinato dagli uffici, dal personale, dalle richieste dei cittadini. Descrive l’anagrafe come un ambiente in cui le persone sono «preoccupate di essere ciò che sui registri non risultano» [Flaiano 1972]. Più di un secolo prima, in un capolavoro di Nikolaj Gogol’ veniva narrata una vicenda tratta da un fatto di cronaca: un losco faccendiere acquistava le «anime morte», ossia i servi della gleba registrati nel censimento e poi deceduti, formalmente ancora validi per provare la ricchezza di un proprietario. In entrambi i casi il mondo delle carte validate dal sistema burocratico aveva degli effetti concreti sul mondo reale, generando inquietudini e reazioni. La spinta a occuparci del tema della residenza, oggetto di questo volume, ha origine da un’evidenza con cui hanno fatto i conti generazioni di funzionari pubblici, scienziati sociali, osservatori e soprattutto persone in carne e ossa, preoccupate di non trovare nei registri ufficiali un riscontro effettivo della propria esistenza. Si tratta della stessa evidenza che aveva notato Flaiano e che attraversa a ben guardare tempi e spazi differenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.