Soul food e orgoglio nero: una storia (afro)americana

African-Americans’ contribution to the nation’s gastronomic culture was relevant. Slaves forcefully ripped out of Africa brought with them a profound knowledge of rice cultivations which proved to be crucial for Southern States’ prosperity. They also introduced a new taste for spices and foodways. The wider public is now becoming familiar with these themes thanks to TV serials, new museums and public history events promoted by starred cooks. This contribution focuses on key issues such as the invention of soul food in the civil rights struggle, women’s agency, and the deconstruction of racist stereotypes. It points out how genealogic and genomic investigation on African ancestry intertwines with the study of ancient foodways of the countries of origin. Focusing on food justice, shows how race as a category of analysis helps in understanding and promoting a struggle against food apartheid

Negli Stati Uniti si parla sempre di più dell’apporto degli afroamericani alla cultura gastronomica della nazione. Gli schiavi strappati dall’Africa non portarono con sé solo la forza delle loro braccia, ma anche abilità nel coltivare le qualità di riso che fecero la fortuna degli Stati del Sud, e poi saperi gastronomici, spezie e sapori. Serie televisive, nuovi musei e interventi di public history promossi da chef stellati portano all’attenzione di un ampio pubblico i risultati da questo nuovo campo di studi. Questo contributo ne mette in luce i temi centrali: la nascita del concetto di soul food nella stagione della lotta per i diritti civili; l’agency femminile, la decostruzione di stereotipi intrisi di razzismo; l’intreccio di indagini genealogiche e genomiche con le ricerche sui cibi dei paesi di origine. Affronta infine il tema della giustizia alimentare che emerge da analisi sul campo e dimostra l’importanza di una prospettiva centrata sulla razza per sconfiggere il food apartheid .