Quando si parla di oli essenziali (OE) ed Idrolati (Id), ossia di quei prodotti biologicamente attivi derivanti dal metabolismo della pianta definito ‘secondario’, le riflessioni da fare sono due. La prima riguarda il grande ‘grado di libertà’ del metabolismo secondario. Laddove, infatti, la produzione commerciale di OE ed Id desidera e richiede processi standardizzati, ossia il più possibile costanti e ripetibili nel tempo al fine di garantire prodotti dalla composizione pressoché definita, la Natura risponde con quel dispositivo che da millenni funziona nell’adattamento evolutivo: la complessità dinamica di tipo chimico. Ciò vuol dire che le esigenze specifiche rendono prioritari percorsi di sintesi diversi da quelli battuti in condizioni normali. La pianta, in altre parole, tende ad adattarsi mutevolmente agli stimoli che riceve dall’ambiente in cui è inserita per cui i composti che andranno a costituire gli OE risultano fortemente influenzati dalle proprietà genetiche della pianta, da aspetti ecologico-ambientali, dalle condizioni colturali applicate (sesto d’impianto, tempo balsamico, terreno, irrigazione, fertilizzazione, luce, ecc.), nonché dall’eventuale presenza di fitopatie (parassitarie e non). La seconda riflessione, diretta conseguenza della prima, è che sta all’uomo, ossia al coltivatore di specie officinali, ai fini della definizione della qualità del ‘valore’ del prodotto erboristico, nel nostro caso OE e Id, individuare, conoscere e monitorare costantemente tutti quegli eventi che possono modulare il metabolismo secondario e quindi l’abbondanza e la varietà dei principi attivi, fra cui gli apporti di luminosità. In altre parole, è possibile influenzare il contenuto e la composizione degli OE ed Id non solo tramite il miglioramento genetico, ma anche attraverso l’ottimizzazione dei parametri luminosi: irradiazione solare e fotoperiodo. È noto, infatti, come gli effetti della luce sulla crescita delle piante dipendano dalla: quantità (intensità e durata) e qualità (composizione spettrale della luce incidente) . È in questo contesto che si inserisce la sperimentazione, seppur preliminare, ideata dal DISTAL di Bologna e che ha riguardato il timo (Thymus vulgaris L.), coltivato in serra con diodi ad emissione luminosa (LED) che consentono di controllare lo spettro e l’intensità della radiazione emessa in funzione dei fabbisogni delle piante, nelle diverse specie e per le singole fasi fenologiche, con lo scopo di definire le rese e le caratteristiche qualitative di OE ed Id. Sperimentazione: 150 piante radicate (h 15-20 cm) di timo cv Faustini, ottenute da propagazione agamica, suddivise in tre lotti (A,B,C; due repliche per ogni lotto) e collocate in serra il 20/7/2021 con lo scopo di valutare gli effetti prodotti sul metabolismo secondario da due tipi di spettri luminosi emessi da lampade LED. Parametri: A) 50 µmol m-2 s-1; B) 75 µmol m-2s-1; C) Controllo; fotoperiodo di 16 h di luce, temperatura giorno/notte 23/24 °C per un periodo di coltura di 31 giorni (agosto); annaffiatura ogni due giorni con rotazione completa dei vassoi per assicurare condizioni di crescita uniformi. Al termine della prova, le piante dei tre lotti A, B, C sono state tagliate, pesate e quindi sottoposte a distillazione in corrente di vapore ottenendo le seguenti rese in OE: A) 0.42%; B) 0.80%; C) 0.68% (Id: 50 ml per ciascun lotto) (Fig. 2). Per quanto riguarda la composizione degli OE e Id, nonché dettagli specifici sui parametri dei LED utilizzati, si rimanda agli abstract successivi.
Maria Grazia Bellardi (2022). Parametri ambientali e variabilità degli oli essenziali. Illustrazione della sperimentazione su timo (Thymus vulgaris). Milano : GV Edizioni.
Parametri ambientali e variabilità degli oli essenziali. Illustrazione della sperimentazione su timo (Thymus vulgaris)
Maria Grazia Bellardi
2022
Abstract
Quando si parla di oli essenziali (OE) ed Idrolati (Id), ossia di quei prodotti biologicamente attivi derivanti dal metabolismo della pianta definito ‘secondario’, le riflessioni da fare sono due. La prima riguarda il grande ‘grado di libertà’ del metabolismo secondario. Laddove, infatti, la produzione commerciale di OE ed Id desidera e richiede processi standardizzati, ossia il più possibile costanti e ripetibili nel tempo al fine di garantire prodotti dalla composizione pressoché definita, la Natura risponde con quel dispositivo che da millenni funziona nell’adattamento evolutivo: la complessità dinamica di tipo chimico. Ciò vuol dire che le esigenze specifiche rendono prioritari percorsi di sintesi diversi da quelli battuti in condizioni normali. La pianta, in altre parole, tende ad adattarsi mutevolmente agli stimoli che riceve dall’ambiente in cui è inserita per cui i composti che andranno a costituire gli OE risultano fortemente influenzati dalle proprietà genetiche della pianta, da aspetti ecologico-ambientali, dalle condizioni colturali applicate (sesto d’impianto, tempo balsamico, terreno, irrigazione, fertilizzazione, luce, ecc.), nonché dall’eventuale presenza di fitopatie (parassitarie e non). La seconda riflessione, diretta conseguenza della prima, è che sta all’uomo, ossia al coltivatore di specie officinali, ai fini della definizione della qualità del ‘valore’ del prodotto erboristico, nel nostro caso OE e Id, individuare, conoscere e monitorare costantemente tutti quegli eventi che possono modulare il metabolismo secondario e quindi l’abbondanza e la varietà dei principi attivi, fra cui gli apporti di luminosità. In altre parole, è possibile influenzare il contenuto e la composizione degli OE ed Id non solo tramite il miglioramento genetico, ma anche attraverso l’ottimizzazione dei parametri luminosi: irradiazione solare e fotoperiodo. È noto, infatti, come gli effetti della luce sulla crescita delle piante dipendano dalla: quantità (intensità e durata) e qualità (composizione spettrale della luce incidente) . È in questo contesto che si inserisce la sperimentazione, seppur preliminare, ideata dal DISTAL di Bologna e che ha riguardato il timo (Thymus vulgaris L.), coltivato in serra con diodi ad emissione luminosa (LED) che consentono di controllare lo spettro e l’intensità della radiazione emessa in funzione dei fabbisogni delle piante, nelle diverse specie e per le singole fasi fenologiche, con lo scopo di definire le rese e le caratteristiche qualitative di OE ed Id. Sperimentazione: 150 piante radicate (h 15-20 cm) di timo cv Faustini, ottenute da propagazione agamica, suddivise in tre lotti (A,B,C; due repliche per ogni lotto) e collocate in serra il 20/7/2021 con lo scopo di valutare gli effetti prodotti sul metabolismo secondario da due tipi di spettri luminosi emessi da lampade LED. Parametri: A) 50 µmol m-2 s-1; B) 75 µmol m-2s-1; C) Controllo; fotoperiodo di 16 h di luce, temperatura giorno/notte 23/24 °C per un periodo di coltura di 31 giorni (agosto); annaffiatura ogni due giorni con rotazione completa dei vassoi per assicurare condizioni di crescita uniformi. Al termine della prova, le piante dei tre lotti A, B, C sono state tagliate, pesate e quindi sottoposte a distillazione in corrente di vapore ottenendo le seguenti rese in OE: A) 0.42%; B) 0.80%; C) 0.68% (Id: 50 ml per ciascun lotto) (Fig. 2). Per quanto riguarda la composizione degli OE e Id, nonché dettagli specifici sui parametri dei LED utilizzati, si rimanda agli abstract successivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.