La battaglia contro il Coronavirus non è mai stata un semplice fatto di salute pubblica, ma è piuttosto, e in primo luogo, una questione politica. Nella cornice di una pandemia che facilita un controllo crescente sulle persone e le loro mobilità, si inserisce il progetto cinese di controllo sulle università e gli insegnamenti che si focalizzano sulla Cina e/o sono rivolti a studenti cinesi. Quest’anno – complice non solo il virus ma la sinofobia che negli USA non si è attenuata e gli ostacoli politico-burocratici che in quel paese vengono posti a ricercatori (cinesi) che hanno scambi scientifici e tecnologici con la Cina – buona parte degli studenti cinesi iscritti ad università estere seguirà le lezioni dalla Cina, attraverso la didattica online. E’ in questo contesto che si inseriscono le recenti politiche cinesi di controllo della didattica online, offerta da università straniere agli studenti cinesi in Cina, che impongono materiali di studio ad hoc, compatibili con le restrizioni cinesi su internet. Le università del Regno Unito hanno accettato di sottostare alle regole imposte da Pechino, attivando un pesante auto-condizionamento sui temi e i contenuti della didattica online. Le implicazioni di questa svolta sono epocali: siamo infatti entrati in una epoca in cui non esiste più un insegnamento accademico rivolto a tutti gli studenti (provenienti da famiglie benestanti), qualunque sia la loro provenienza geografica e qualunque sia il sistema di governo nel loro paese. Oggi, i materiali di studio, e di conseguenza gli insegnamenti, vengono differenziati: ognuno impara quello che il governo del paese da dove proviene ritiene accettabile.

Durante e dopo il Covid. Come la guerra di propaganda tra USA e Cina sta cambiando le universita' nel mondo

Antonella Ceccagno;Amina Crisma
2020

Abstract

La battaglia contro il Coronavirus non è mai stata un semplice fatto di salute pubblica, ma è piuttosto, e in primo luogo, una questione politica. Nella cornice di una pandemia che facilita un controllo crescente sulle persone e le loro mobilità, si inserisce il progetto cinese di controllo sulle università e gli insegnamenti che si focalizzano sulla Cina e/o sono rivolti a studenti cinesi. Quest’anno – complice non solo il virus ma la sinofobia che negli USA non si è attenuata e gli ostacoli politico-burocratici che in quel paese vengono posti a ricercatori (cinesi) che hanno scambi scientifici e tecnologici con la Cina – buona parte degli studenti cinesi iscritti ad università estere seguirà le lezioni dalla Cina, attraverso la didattica online. E’ in questo contesto che si inseriscono le recenti politiche cinesi di controllo della didattica online, offerta da università straniere agli studenti cinesi in Cina, che impongono materiali di studio ad hoc, compatibili con le restrizioni cinesi su internet. Le università del Regno Unito hanno accettato di sottostare alle regole imposte da Pechino, attivando un pesante auto-condizionamento sui temi e i contenuti della didattica online. Le implicazioni di questa svolta sono epocali: siamo infatti entrati in una epoca in cui non esiste più un insegnamento accademico rivolto a tutti gli studenti (provenienti da famiglie benestanti), qualunque sia la loro provenienza geografica e qualunque sia il sistema di governo nel loro paese. Oggi, i materiali di studio, e di conseguenza gli insegnamenti, vengono differenziati: ognuno impara quello che il governo del paese da dove proviene ritiene accettabile.
2020
Antonella Ceccagno; Amina Crisma
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