Il volume dal titolo "Dieci tesi sul diritto del lavoro", di Adalberto Perulli e Valerio Speziale, rappresenta un interessante tentativo di discutere, e far discutere, del più novecentesco dei diritti, proiettandolo, però, oltre il Novecento. All’intero volume, nella sua pars destruens, si presenta la critica, severa, radicale e generale, alla lunga stagione neoliberista, specie con riguardo all’approccio che quella stagione ha riservato al lavoro e alla sua regolazione. la pars costruens del volume è l’idea di una rinnovata – e per certi versi inedita – centralità del binomio lavoro-libertà: la direzione di marcia che il diritto del lavoro dovrebbe imboccare, da qui in avanti, è proprio il rilancio del matrimonio tra lavoro e libertà, ostinatamente perseguito dai padri costituenti in un’epoca in cui la centralità del lavoro operaio nella grande fabbrica industriale di tipo fordista-taylorista, rendeva oggettivamente difficile superare il principio del capo, peraltro consacrato nel Codice civile del ’42 (artt. 2086, 2094, 2104, co. 2, c.c.). Per aggiornare e rilanciare questa prospettiva neocostituzionale, invocando l’urgenza di un cambio di rotta rispetto al «relativismo assiologico» (p. 44) che ha caratterizzato le traiettorie dell’ultimo trentennio, Perulli e Speziale puntellano e arricchiscono l’impianto neo-repubblicano del proprio discorso con la teoria del riconoscimento di Alex Honnett: «promuovere e sostenere l’idea di un diritto del lavoro capace di produrre libertas e non necessitas, capacitas e non dominium, riconoscimento intersoggettivo e non subordinazione, è la grande sfida filosofico-politica che il diritto del lavoro ha oggi di fronte»
Federico Martelloni (2022). Discutendo Dieci tesi sul diritto del lavoro. LAVORO, DIRITTI, EUROPA, 2/2022, 1-7.
Discutendo Dieci tesi sul diritto del lavoro
Federico Martelloni
2022
Abstract
Il volume dal titolo "Dieci tesi sul diritto del lavoro", di Adalberto Perulli e Valerio Speziale, rappresenta un interessante tentativo di discutere, e far discutere, del più novecentesco dei diritti, proiettandolo, però, oltre il Novecento. All’intero volume, nella sua pars destruens, si presenta la critica, severa, radicale e generale, alla lunga stagione neoliberista, specie con riguardo all’approccio che quella stagione ha riservato al lavoro e alla sua regolazione. la pars costruens del volume è l’idea di una rinnovata – e per certi versi inedita – centralità del binomio lavoro-libertà: la direzione di marcia che il diritto del lavoro dovrebbe imboccare, da qui in avanti, è proprio il rilancio del matrimonio tra lavoro e libertà, ostinatamente perseguito dai padri costituenti in un’epoca in cui la centralità del lavoro operaio nella grande fabbrica industriale di tipo fordista-taylorista, rendeva oggettivamente difficile superare il principio del capo, peraltro consacrato nel Codice civile del ’42 (artt. 2086, 2094, 2104, co. 2, c.c.). Per aggiornare e rilanciare questa prospettiva neocostituzionale, invocando l’urgenza di un cambio di rotta rispetto al «relativismo assiologico» (p. 44) che ha caratterizzato le traiettorie dell’ultimo trentennio, Perulli e Speziale puntellano e arricchiscono l’impianto neo-repubblicano del proprio discorso con la teoria del riconoscimento di Alex Honnett: «promuovere e sostenere l’idea di un diritto del lavoro capace di produrre libertas e non necessitas, capacitas e non dominium, riconoscimento intersoggettivo e non subordinazione, è la grande sfida filosofico-politica che il diritto del lavoro ha oggi di fronte»File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Dieci_tesi_sul_diritto_del_lavoro__recensione_di_Federico_Martelloni.pdf
accesso aperto
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso libero gratuito
Dimensione
564.17 kB
Formato
Adobe PDF
|
564.17 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.