Questo numero monografico raccoglie con spessore e delicatezza quello che nei servizi educativi è nato dopo il ‘terremoto da Covid-19’. Tra le pagine è possibile trovare la ricchezza di quei numerosi cantieri di sperimentazione, innovazione e cura che sono nati tra chiusure, aperture, nuove chiusure e riaperture, richiedendo ogni volta di aspettare che la polvere si posasse per comprendere cosa ancora rimanesse ed in quale direzione orientare il consolidamento e la ricostruzione. Le esperienze documentate da diversi coordinatori pedagogici evidenziano quanto le pause forzate siano state vissute come occasioni per uscire da abitudini, allenare il pensiero critico-riflessivo dei gruppi di lavoro, indagare il senso e le modalità delle scelte e delle prassi educative e didattiche. Lo spazio educativo ha saputo uscire dalle mura dei servizi per trasformarsi in spazio relazionale tra adulti e bambini, il cui legame è rimasto saldo, sebbene a distanza, perché mantenuto dal desiderio di condividere esperienze e di arricchirsi vicendevolmente. E così, mentre qualcuno, come ci raccontano le storie contenute in queste pagine, ha aperto i giardini dei servizi educativi per ridimensionare i vissuti di paura permettendo l’incontro in luoghi sicuri; qualcun altro ha arricchito le proprie competenze digitali per raggiungere i bambini con linguaggi narrativi.
Schenetti Michela (2021). L'educazione oltre il lockdown. INFANZIA, 2, 83-84.
L'educazione oltre il lockdown
Schenetti Michela
2021
Abstract
Questo numero monografico raccoglie con spessore e delicatezza quello che nei servizi educativi è nato dopo il ‘terremoto da Covid-19’. Tra le pagine è possibile trovare la ricchezza di quei numerosi cantieri di sperimentazione, innovazione e cura che sono nati tra chiusure, aperture, nuove chiusure e riaperture, richiedendo ogni volta di aspettare che la polvere si posasse per comprendere cosa ancora rimanesse ed in quale direzione orientare il consolidamento e la ricostruzione. Le esperienze documentate da diversi coordinatori pedagogici evidenziano quanto le pause forzate siano state vissute come occasioni per uscire da abitudini, allenare il pensiero critico-riflessivo dei gruppi di lavoro, indagare il senso e le modalità delle scelte e delle prassi educative e didattiche. Lo spazio educativo ha saputo uscire dalle mura dei servizi per trasformarsi in spazio relazionale tra adulti e bambini, il cui legame è rimasto saldo, sebbene a distanza, perché mantenuto dal desiderio di condividere esperienze e di arricchirsi vicendevolmente. E così, mentre qualcuno, come ci raccontano le storie contenute in queste pagine, ha aperto i giardini dei servizi educativi per ridimensionare i vissuti di paura permettendo l’incontro in luoghi sicuri; qualcun altro ha arricchito le proprie competenze digitali per raggiungere i bambini con linguaggi narrativi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.