Piazzola sul Brenta è un’importante cittadina dell’alta padovana la cui storia si sovrappone con quella di Villa Contarini (nota anche come “Camerini”), una tra le più grandi e magnificenti ville del Veneto, spesso elencata tra le opere palladiane. C’è infatti chi ipotizza che derivi dalla trasformazione seicentesca di una villa realizzata da Andrea Palladio nel 1540 per Paolo Contarini ed i suoi fratelli. Per il suo magnifico ed appariscente aspetto barocco ed il vasto parco-giardino, di oltre 40 ettari con peschiere, laghi e viali alberati, più che di una Villa si dovrebbe parlare di una Reggia. La Storia La storia di Villa Contarini è ancora oggi poco chiara, ad iniziare dalla controversa attribuzione del progetto al grande architetto veneto Palladio . Di certo accade che, verso le metà del Cinquecento, il nucleo centrale dell’edificio viene elevato sulle strutture di un trecentesco castello Carrarese edificato sulle rive del Brenta su fondamenta ancora più antiche, probabilmente di prima del mille, ed adibito al controllo dei traffici fluviali. Il vecchio castello dei Da Carrara diviene così “villa di campagna” dei nobilissimi veneziani Contarini, che iniziano una graduale trasformazione volta a farne un edificio di rappresentanza e di esibizione dello sfarzo della raffinata famiglia che darà alla Serenissima anche alcuni Dogi. Nel Seicento vengono aggiunte le due ali laterali, le “barchesse”. Tra il Sei ed il Settecento la Villa raggiunge il massimo splendore. Il parco-giardino Con i lavori del Seicento, la Villa viene praticamente rinnovata anche per quel che riguarda il giardino antistante l’edificio, che si trasforma in un unico ed ampio spazio verde, rettangolare, dominato al centro da una sobria fontana circolare. Gli originari disegni di aiuole che allontanandosi dalla facciata conducevano fin sotto le balaustre sono sapientemente sostituiti da prati inerbiti delimitati da pochi vialetti rettilinei: un allestimento che certamente meglio esalta l’eleganza scenografica dell’edificio e del colonnato, mettendo parimenti in evidenza la piccola cappella privata, posta sul lato sinistro, opera di Tommaso Temanza. Attraversando quest’ampio spazio in direzione delle antiche “Peschiere”, si intuisce come, in realtà, tutta la residenza, sia stata progettata e dedicata al piacere ed allo spettacolo. Ma se la facciata principale fa della Villa una magnifica reggia, quella posteriore, annerita dal trascorrere inesorabile del tempo, appare sobria ed austera. Anche qui, sul retro, l’antico giardino a parterre, di cui si intravede ancora il disegno, è stato cancellato a favore della consueta sistemazione “all’inglese”.
M.G.Bellardi (2010). Villa Contarini. FLORTECNICA, 6, 1-6.
Villa Contarini
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2010
Abstract
Piazzola sul Brenta è un’importante cittadina dell’alta padovana la cui storia si sovrappone con quella di Villa Contarini (nota anche come “Camerini”), una tra le più grandi e magnificenti ville del Veneto, spesso elencata tra le opere palladiane. C’è infatti chi ipotizza che derivi dalla trasformazione seicentesca di una villa realizzata da Andrea Palladio nel 1540 per Paolo Contarini ed i suoi fratelli. Per il suo magnifico ed appariscente aspetto barocco ed il vasto parco-giardino, di oltre 40 ettari con peschiere, laghi e viali alberati, più che di una Villa si dovrebbe parlare di una Reggia. La Storia La storia di Villa Contarini è ancora oggi poco chiara, ad iniziare dalla controversa attribuzione del progetto al grande architetto veneto Palladio . Di certo accade che, verso le metà del Cinquecento, il nucleo centrale dell’edificio viene elevato sulle strutture di un trecentesco castello Carrarese edificato sulle rive del Brenta su fondamenta ancora più antiche, probabilmente di prima del mille, ed adibito al controllo dei traffici fluviali. Il vecchio castello dei Da Carrara diviene così “villa di campagna” dei nobilissimi veneziani Contarini, che iniziano una graduale trasformazione volta a farne un edificio di rappresentanza e di esibizione dello sfarzo della raffinata famiglia che darà alla Serenissima anche alcuni Dogi. Nel Seicento vengono aggiunte le due ali laterali, le “barchesse”. Tra il Sei ed il Settecento la Villa raggiunge il massimo splendore. Il parco-giardino Con i lavori del Seicento, la Villa viene praticamente rinnovata anche per quel che riguarda il giardino antistante l’edificio, che si trasforma in un unico ed ampio spazio verde, rettangolare, dominato al centro da una sobria fontana circolare. Gli originari disegni di aiuole che allontanandosi dalla facciata conducevano fin sotto le balaustre sono sapientemente sostituiti da prati inerbiti delimitati da pochi vialetti rettilinei: un allestimento che certamente meglio esalta l’eleganza scenografica dell’edificio e del colonnato, mettendo parimenti in evidenza la piccola cappella privata, posta sul lato sinistro, opera di Tommaso Temanza. Attraversando quest’ampio spazio in direzione delle antiche “Peschiere”, si intuisce come, in realtà, tutta la residenza, sia stata progettata e dedicata al piacere ed allo spettacolo. Ma se la facciata principale fa della Villa una magnifica reggia, quella posteriore, annerita dal trascorrere inesorabile del tempo, appare sobria ed austera. Anche qui, sul retro, l’antico giardino a parterre, di cui si intravede ancora il disegno, è stato cancellato a favore della consueta sistemazione “all’inglese”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.