La costruzione della Casa del Fascio di Imola (1933-1936) è il primo importante incarico pubblico legato al regime fascista ottenuto dall’architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975), che spinge la sua carriera verso un notevole salto di qualità e rappresenta un progetto fondativo per la costruzione sia del suo linguaggio architettonico che della sua identità professionale. Quella delle Case Littorie o del Fascio, sedi dei Fasci di Combattimento, è una delle tipologie edilizie che – insieme ad altre legate all’educazione ed alla vita sociale, come le Case del Balilla e della Gioventù Italiana del Littorio, le colonie, le sedi dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia – rappresentarono con immediata efficacia la concreta e pervasiva presenza del Partito Nazionale Fascista, costituendo una fitta rete capace di estendersi capillarmente in tutto il territorio nazionale. Il saggio ricostruisce le vicende del concorso, la genesi del progetto e le cronache del cantiere della Casa del Fascio imolese, che – insieme alla la colonia elioterapica “Andrea Tabanelli” in località Montebello (1934-40) – fu una delle opere principali realizzate da Marabini negli anni tra le due guerre. Queste due opere, seppur connotate da linguaggi, funzioni e tipologie differenti, rappresentano in maniera esemplare il volto dell’architettura “fascista” di Imola e mostrano la capacità dell’architetto di imprimere un’evoluzione alla sua produzione che sempre di più guarda al razionalismo.
Micaela Antonucci (2022). «Un’impronta inconfondibile del tempo fascista nel cuore della città»: la Casa del Fascio di Imola. Bologna : Bologna University Press.
«Un’impronta inconfondibile del tempo fascista nel cuore della città»: la Casa del Fascio di Imola
Micaela Antonucci
2022
Abstract
La costruzione della Casa del Fascio di Imola (1933-1936) è il primo importante incarico pubblico legato al regime fascista ottenuto dall’architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975), che spinge la sua carriera verso un notevole salto di qualità e rappresenta un progetto fondativo per la costruzione sia del suo linguaggio architettonico che della sua identità professionale. Quella delle Case Littorie o del Fascio, sedi dei Fasci di Combattimento, è una delle tipologie edilizie che – insieme ad altre legate all’educazione ed alla vita sociale, come le Case del Balilla e della Gioventù Italiana del Littorio, le colonie, le sedi dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia – rappresentarono con immediata efficacia la concreta e pervasiva presenza del Partito Nazionale Fascista, costituendo una fitta rete capace di estendersi capillarmente in tutto il territorio nazionale. Il saggio ricostruisce le vicende del concorso, la genesi del progetto e le cronache del cantiere della Casa del Fascio imolese, che – insieme alla la colonia elioterapica “Andrea Tabanelli” in località Montebello (1934-40) – fu una delle opere principali realizzate da Marabini negli anni tra le due guerre. Queste due opere, seppur connotate da linguaggi, funzioni e tipologie differenti, rappresentano in maniera esemplare il volto dell’architettura “fascista” di Imola e mostrano la capacità dell’architetto di imprimere un’evoluzione alla sua produzione che sempre di più guarda al razionalismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.