Nonostante a più riprese si sia sottolineata la necessità di un nuovo impulso alle politiche urbane, oggi la tutela dei centri storici si conferma questione ai margini del dibattito pubblico; per contro, le città continuano ad essere minacciate dalle pressioni dell’overtourism o, all’estremo opposto, rese vulnerabili dall’abbandono. In questo scenario, un capitolo cruciale è rappresentato dai siti inseriti nella Unesco World Heritage List (WHL). Da un lato infatti la brandizzazione Unesco è certamente una delle ragioni del successo crescente di alcune mete di turismo urbano, pur essendo difficile sostenere una relazione di causa-effetto fra l’inserimento nella WHL e gli esiti distorsivi dell’overtourism; dall’altro la volontà del WH Committee di rafforzare le politiche di salvaguardia attraverso nuovi strumenti gestionali, come il Piano di Gestione, offre interessanti tentativi di approccio integrato e inclusivo alla città storica. Con particolare riferimento alle città emiliano-romagnole (già sito Unesco o che ambiscono a diventarlo), il presente contributo indaga cosa significhi essere “patrimonio dell’umanità” e verifica gli effetti positivi che quell’etichetta può innescare in termini di relazione fra politiche ordinarie, di pianificazione e tutela, e strumenti specifici della gestione Unesco, nonché di moltiplicazione di benefici dal sito tutelato al tessuto urbano storico.
Orioli, V., Andrea Ugolini, A., Mariotti, C. (2022). Patrimonio mondiale UNESCO: brandizzazione o cultura della gestione? Lo scenario dei siti emiliano-romagnoli. ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, LIII(133), 56-81 [10.3280/ASUR2022-133003].
Patrimonio mondiale UNESCO: brandizzazione o cultura della gestione? Lo scenario dei siti emiliano-romagnoli
Orioli, ValentinaCo-primo
;Andrea Ugolini, AndreaCo-primo
;Mariotti, Chiara
Co-primo
2022
Abstract
Nonostante a più riprese si sia sottolineata la necessità di un nuovo impulso alle politiche urbane, oggi la tutela dei centri storici si conferma questione ai margini del dibattito pubblico; per contro, le città continuano ad essere minacciate dalle pressioni dell’overtourism o, all’estremo opposto, rese vulnerabili dall’abbandono. In questo scenario, un capitolo cruciale è rappresentato dai siti inseriti nella Unesco World Heritage List (WHL). Da un lato infatti la brandizzazione Unesco è certamente una delle ragioni del successo crescente di alcune mete di turismo urbano, pur essendo difficile sostenere una relazione di causa-effetto fra l’inserimento nella WHL e gli esiti distorsivi dell’overtourism; dall’altro la volontà del WH Committee di rafforzare le politiche di salvaguardia attraverso nuovi strumenti gestionali, come il Piano di Gestione, offre interessanti tentativi di approccio integrato e inclusivo alla città storica. Con particolare riferimento alle città emiliano-romagnole (già sito Unesco o che ambiscono a diventarlo), il presente contributo indaga cosa significhi essere “patrimonio dell’umanità” e verifica gli effetti positivi che quell’etichetta può innescare in termini di relazione fra politiche ordinarie, di pianificazione e tutela, e strumenti specifici della gestione Unesco, nonché di moltiplicazione di benefici dal sito tutelato al tessuto urbano storico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.