L’analisi verte sul ‘point of view’ di Dante in merito al raggiungimento delle due felicità a cui in partenza aspira l’uomo: quella terrena e quella eterna. L’indagine dunque, necessariamente, prende in considerazione l’elemento religioso calato nella quotidianità e filtrato alla luce dello ‘ius dantesco’. Si evidenzia così un aspetto di diritto ecclesiastico ‘verticale’ attinente alle osservazioni dell’Alighieri in materia di modelli di relazione Stato-Chiesa in età medievale e parallelamente una questione che oggi definiremmo di diritto ecclesiastico ‘orizzontale’ riguardante il Sommo Poeta in qualità di esploratore della condizione umana legata alla centralità dell’individuo nel suo eterno e difficile rapporto con Dio. Una questione che nel cono interpretativo del letterato diviene ricerca costante della propria identità e di una felicità, sia privata sia pubblica. Concetto, nell’analisi dantesca, necessariamente aperto alla vita e all’utilizzo di giustizia e ragione ma che deve anche saper rispondere all’anima e alle necessità dell’ultramondano. Una felicità capace così di manifestarsi tra terra e cielo, fra trono ed altare.
Antonello De Oto (2022). Dante e il fattore religioso nel prisma del diritto. Modena : Mucchi editore.
Dante e il fattore religioso nel prisma del diritto
Antonello De Oto
2022
Abstract
L’analisi verte sul ‘point of view’ di Dante in merito al raggiungimento delle due felicità a cui in partenza aspira l’uomo: quella terrena e quella eterna. L’indagine dunque, necessariamente, prende in considerazione l’elemento religioso calato nella quotidianità e filtrato alla luce dello ‘ius dantesco’. Si evidenzia così un aspetto di diritto ecclesiastico ‘verticale’ attinente alle osservazioni dell’Alighieri in materia di modelli di relazione Stato-Chiesa in età medievale e parallelamente una questione che oggi definiremmo di diritto ecclesiastico ‘orizzontale’ riguardante il Sommo Poeta in qualità di esploratore della condizione umana legata alla centralità dell’individuo nel suo eterno e difficile rapporto con Dio. Una questione che nel cono interpretativo del letterato diviene ricerca costante della propria identità e di una felicità, sia privata sia pubblica. Concetto, nell’analisi dantesca, necessariamente aperto alla vita e all’utilizzo di giustizia e ragione ma che deve anche saper rispondere all’anima e alle necessità dell’ultramondano. Una felicità capace così di manifestarsi tra terra e cielo, fra trono ed altare.File | Dimensione | Formato | |
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