Narrative, odio di genere e didattica del diritto

In questo contributo si cercherà di riflettere sulle potenzialità dell’utilizzo, ai fini del contrasto della diffusione del linguaggio d’odio basato sul genere, delle metodiche didattiche legate alla pratica dello story-telling. In realtà la panoplia delle metodologie non frontali applicabili ad un discorso che voglia riflettere sul genere e sulle discriminazioni e violenze ad esso connesse comprende molte altre possibilità: immediato viene l’accostamento, ad esempio, con la discussione di gruppo, o anche con quella veste più teatrale e emozionalmente e personalmente coinvolgente dello story-telling che è l’assunzione e messa in gioco di un ruolo. Ma l’idea che lo story-telling rivesta un’importanza ancor più radicale si basa sul presupposto che ciò su cui si basa l’impianto sociale della discriminazione prima, e dell’odio (reattivo) poi, sia, appunto, un discorso (speech), una storia raccontata, una narrazione.