Nella nostra età di mezzo – epoca di grande affermazione politica nonché di assimilazione e livellamento sotto il segno dell’Islam –, i viaggiatori arabi esplorarono da un capo all’altro l’ecumene musulmana, frazionata sì in decine di piccoli e grandi stati dinastici (magari rivali), ma unita nel patrimonio comune di fede, lingua e cultura. Come altrove, i viaggi furono anzitutto incoraggiati da interessi commerciali; per necessità si inducevano però al viaggio tutti coloro che erano alla ricerca del sapere, sino a quando – a partire dal secolo XII – il viaggio per antonomasia divenne proprio quello effettuato in occasione del pellegrinaggio verso la Mecca, il dovere a cui almeno una volta nella vita attendono tutti i musulmani dotati di adeguata forza fisica e di sufficienti mezzi economici. Le testimonianze di viaggio animarono un vero e proprio filone letterario, costituitosi all’interno del più ampio genere dell’"adab", termine con cui modernamente si indica la letteratura tout court, ma che in origine designava il codice etico e poetico d’una élite intellettuale, e le opere frutto della loro applicazione. La capacità di raccontare persone e ambienti, la vivacità delle scene descrittive, la ricchezza aneddotica, il gusto per i particolari tratteggiano la "Dar al-Islam" nei suoi molteplici aspetti, ne svelano la storia, gli usi e i costumi; nei resoconti di viaggio non mancano anche i riferimenti musicali: un loro esame consente non solo d’indagare la produzione e il consumo di musica nel mondo arabo, ma anche di conoscere più approfonditamente la musica stessa, compresa nella società e nella cultura, e dunque nel contesto storico letterario filosofico artistico sociale economico di cui era frutto.

E. Pasquini (2010). «Storie in grado di allietare gli animi e deliziar l’udito al pari dello sguardo». Racconti di viaggio nella “Dar al-Islam”. BOLOGNA : CLUEB.

«Storie in grado di allietare gli animi e deliziar l’udito al pari dello sguardo». Racconti di viaggio nella “Dar al-Islam”

PASQUINI, ELISABETTA
2010

Abstract

Nella nostra età di mezzo – epoca di grande affermazione politica nonché di assimilazione e livellamento sotto il segno dell’Islam –, i viaggiatori arabi esplorarono da un capo all’altro l’ecumene musulmana, frazionata sì in decine di piccoli e grandi stati dinastici (magari rivali), ma unita nel patrimonio comune di fede, lingua e cultura. Come altrove, i viaggi furono anzitutto incoraggiati da interessi commerciali; per necessità si inducevano però al viaggio tutti coloro che erano alla ricerca del sapere, sino a quando – a partire dal secolo XII – il viaggio per antonomasia divenne proprio quello effettuato in occasione del pellegrinaggio verso la Mecca, il dovere a cui almeno una volta nella vita attendono tutti i musulmani dotati di adeguata forza fisica e di sufficienti mezzi economici. Le testimonianze di viaggio animarono un vero e proprio filone letterario, costituitosi all’interno del più ampio genere dell’"adab", termine con cui modernamente si indica la letteratura tout court, ma che in origine designava il codice etico e poetico d’una élite intellettuale, e le opere frutto della loro applicazione. La capacità di raccontare persone e ambienti, la vivacità delle scene descrittive, la ricchezza aneddotica, il gusto per i particolari tratteggiano la "Dar al-Islam" nei suoi molteplici aspetti, ne svelano la storia, gli usi e i costumi; nei resoconti di viaggio non mancano anche i riferimenti musicali: un loro esame consente non solo d’indagare la produzione e il consumo di musica nel mondo arabo, ma anche di conoscere più approfonditamente la musica stessa, compresa nella società e nella cultura, e dunque nel contesto storico letterario filosofico artistico sociale economico di cui era frutto.
2010
Per una storia dei popoli senza note
29
34
E. Pasquini (2010). «Storie in grado di allietare gli animi e deliziar l’udito al pari dello sguardo». Racconti di viaggio nella “Dar al-Islam”. BOLOGNA : CLUEB.
E. Pasquini
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