Le prove non distruttive sul calcestruzzo hanno generalmente l’obiettivo di valutare la classe di resistenza del calcestruzzo sulle strutture esistenti. Ciò può rendersi necessario sia nel caso di strutture che debbano subire cambi di destinazione, sopraelevazioni, adeguamento antisismico, installazione di macchinari pesanti, sia per strutture di nuova costruzione dove, in fase di collaudo, le prove standard su cubetti non soddisfino le prescrizioni di progetto, o qualora sorgano dubbi sull'effettiva rappresentatività dei campioni di prova. Il metodo universalmente riconosciuto per queste finalità è il carotaggio, che porta ad una determinazione diretta della resistenza a compressione del calcestruzzo in una struttura esistente, quella che viene correntemente definita attuale. Con questo aggettivo si definisce la resistenza di un calcestruzzo in opera, riferita al momento delle prove, che differisce da quella, definita potenziale, che risulterebbe da prove a 28 giorni su provini confezionati e maturati con le modalità prescritte dalle norme. La resistenza attuale risulta di norma inferiore a quella potenziale per la minor cura nell’esecuzione dei getti e per le condizioni di maturazione meno favorevoli. I metodi non distruttivi rappresentano una parziale alternativa al carotaggio per la stima della resistenza attuale di un calcestruzzo. Si tratta di metodi indiretti, che mirano a stimare le proprietà meccaniche del calcestruzzo in opera a partire dalla misura di altre grandezze fisiche, attraverso l’applicazione di leggi di correlazione per la trasformazione di tali grandezze in valori di resistenza.

Le prove non distruttive sul calcestruzzo indurito

g. pascale;p. ricci
2010

Abstract

Le prove non distruttive sul calcestruzzo hanno generalmente l’obiettivo di valutare la classe di resistenza del calcestruzzo sulle strutture esistenti. Ciò può rendersi necessario sia nel caso di strutture che debbano subire cambi di destinazione, sopraelevazioni, adeguamento antisismico, installazione di macchinari pesanti, sia per strutture di nuova costruzione dove, in fase di collaudo, le prove standard su cubetti non soddisfino le prescrizioni di progetto, o qualora sorgano dubbi sull'effettiva rappresentatività dei campioni di prova. Il metodo universalmente riconosciuto per queste finalità è il carotaggio, che porta ad una determinazione diretta della resistenza a compressione del calcestruzzo in una struttura esistente, quella che viene correntemente definita attuale. Con questo aggettivo si definisce la resistenza di un calcestruzzo in opera, riferita al momento delle prove, che differisce da quella, definita potenziale, che risulterebbe da prove a 28 giorni su provini confezionati e maturati con le modalità prescritte dalle norme. La resistenza attuale risulta di norma inferiore a quella potenziale per la minor cura nell’esecuzione dei getti e per le condizioni di maturazione meno favorevoli. I metodi non distruttivi rappresentano una parziale alternativa al carotaggio per la stima della resistenza attuale di un calcestruzzo. Si tratta di metodi indiretti, che mirano a stimare le proprietà meccaniche del calcestruzzo in opera a partire dalla misura di altre grandezze fisiche, attraverso l’applicazione di leggi di correlazione per la trasformazione di tali grandezze in valori di resistenza.
2010
g. pascale; p. ricci
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