Il dibattito pubblico affronta sempre in termini comportamentistici il tema dell’evoluzione della delinquenza dei giovani. Nel corso degli ultimi decenni, i giovani sarebbero cambiati, sarebbero più violenti, ecc. Si tratta di un’attitudine morale e di un discorso decadentista classico (« era meglio prima ») che, tuttavia, vengono smentiti dal punto di vista empirico, in particolare dalle indagini di delinquenza auto-riportata (che sottolineano la stabilità dell’entità dei problemi) e dalle statistiche giudiziarie (che mettono in evidenza che le infrazioni perseguite sono più numerose, ma non più gravi). L’analisi sociologica su questa tematica permette di ridefinire il problema posto a partire dalla constatazione di una doppia instabilità : instabilità della definizione giuridica dei comportamenti violenti attuati dai giovani ed instabilità della definizione sociale di tali comportamenti. I comportamenti violenti sono, innanzi tutto, sempre più soggetti ad incriminazione (processo di criminalizzazione). Essi sono, inoltre, maggiormente denunciati e perseguiti dalla polizia e dalla giustizia (processo di giudiziarizzazione). Le principali evoluzioni sociali non devono essere ricercate nei comportamenti dei giovani, ma nelle reazioni (più disorientate e punitive) degli adulti nei loro confronti. Infine, in Francia, si pone il problema della concentrazione delle difficoltà in certi territori che accumulano al proprio interno svantaggi sociali e favoriscono un alto livello di certe tipologie di atti delinquenziali giovanili (processo di ghettizzazione).
Sette R. (2010). L’evoluzione della delinquenza dei minori tra criminalizzazione, giudiziarizzazione e ghettizzazione.
L’evoluzione della delinquenza dei minori tra criminalizzazione, giudiziarizzazione e ghettizzazione
SETTE, RAFFAELLA
2010
Abstract
Il dibattito pubblico affronta sempre in termini comportamentistici il tema dell’evoluzione della delinquenza dei giovani. Nel corso degli ultimi decenni, i giovani sarebbero cambiati, sarebbero più violenti, ecc. Si tratta di un’attitudine morale e di un discorso decadentista classico (« era meglio prima ») che, tuttavia, vengono smentiti dal punto di vista empirico, in particolare dalle indagini di delinquenza auto-riportata (che sottolineano la stabilità dell’entità dei problemi) e dalle statistiche giudiziarie (che mettono in evidenza che le infrazioni perseguite sono più numerose, ma non più gravi). L’analisi sociologica su questa tematica permette di ridefinire il problema posto a partire dalla constatazione di una doppia instabilità : instabilità della definizione giuridica dei comportamenti violenti attuati dai giovani ed instabilità della definizione sociale di tali comportamenti. I comportamenti violenti sono, innanzi tutto, sempre più soggetti ad incriminazione (processo di criminalizzazione). Essi sono, inoltre, maggiormente denunciati e perseguiti dalla polizia e dalla giustizia (processo di giudiziarizzazione). Le principali evoluzioni sociali non devono essere ricercate nei comportamenti dei giovani, ma nelle reazioni (più disorientate e punitive) degli adulti nei loro confronti. Infine, in Francia, si pone il problema della concentrazione delle difficoltà in certi territori che accumulano al proprio interno svantaggi sociali e favoriscono un alto livello di certe tipologie di atti delinquenziali giovanili (processo di ghettizzazione).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.