Il contributo propone una lettura della trilogia de La Grande Rivolta (1999) di Nanni Balestrini in cui la nozione antropologica di “margine”, con i suoi molteplici significati, gioca un ruolo fondamentale: da una parte, soggettività decentrate, periferiche, marginali appunto, sono i protagonisti di questa epopea dei subalterni esclusi dal benessere del boom economico e relegati in un cono d’ombra dalle dinamiche repressive del potere; essi finiscono per costituirsi agonisticamente, con forti implicazioni identitarie, come minoranza. Dall’altra, nello schema triadico dei riti di passaggio tratteggiato dall’antropologo francese Arnold Van Gennep ai primi del Novecento e successivamente ampliato dallo scozzese Victor Turner, il concetto di margine indica la fase liminale in cui si compie la transizione vera e propria, che si frappone tra l’atto della separazione dalla comunità e la compensazione sacrificale che prelude alla riaggregazione; e la trilogia balestriniana sembra infatti ruotare attorno a questa fase in cui gli iniziati assumono i tratti dell’invisibilità e dell’illegalità rituale, rappresentando il lungo Sessantotto italiano come un rito di iniziazione e di passaggio.
Beniamino Della Gala (2021). Un’epica del margine. Conflitto sociale e ritualità ne La Grande Rivolta di Nanni Balestrini. Pisa : ETS.
Un’epica del margine. Conflitto sociale e ritualità ne La Grande Rivolta di Nanni Balestrini
Beniamino Della Gala
2021
Abstract
Il contributo propone una lettura della trilogia de La Grande Rivolta (1999) di Nanni Balestrini in cui la nozione antropologica di “margine”, con i suoi molteplici significati, gioca un ruolo fondamentale: da una parte, soggettività decentrate, periferiche, marginali appunto, sono i protagonisti di questa epopea dei subalterni esclusi dal benessere del boom economico e relegati in un cono d’ombra dalle dinamiche repressive del potere; essi finiscono per costituirsi agonisticamente, con forti implicazioni identitarie, come minoranza. Dall’altra, nello schema triadico dei riti di passaggio tratteggiato dall’antropologo francese Arnold Van Gennep ai primi del Novecento e successivamente ampliato dallo scozzese Victor Turner, il concetto di margine indica la fase liminale in cui si compie la transizione vera e propria, che si frappone tra l’atto della separazione dalla comunità e la compensazione sacrificale che prelude alla riaggregazione; e la trilogia balestriniana sembra infatti ruotare attorno a questa fase in cui gli iniziati assumono i tratti dell’invisibilità e dell’illegalità rituale, rappresentando il lungo Sessantotto italiano come un rito di iniziazione e di passaggio.| File | Dimensione | Formato | |
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