La riconosciuta autorevolezza del testo e la consuetudine a citarne ampi stralci inducono talvolta a concludere, in modo decisamente erroneo, che il De trinitate di Agostino costituisca un punto di riferimento statico con cui, per convenienza o per ragioni più dottrinali che speculative, i maestri del XIII secolo devono prima o poi confrontarsi. Tuttavia la ricezione di alcune nozioni è tutt’altro che omogenea e svela piuttosto un approccio problematico nei confronti dello scritto agostiniano, non sempre considerato valido sostegno teorico in modo particolare per la formulazione di tesi propriamente filosofiche. Con il presente studio si intende dunque esaminare alcune interpretazioni–contenute in teorie gnoseologiche elaborate tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo–di un passo del IX libro del De trinitate, la cui forma espressiva e il cui spessore teorico passano difficilmente inosservati. A tale scopo si isoleranno, anzitutto, gli aspetti più originali del testo agostiniano in questione (1), verificando se altri scritti di Agostino presentino le medesime istanze teoriche (2); quindi si andranno a giustificare le ragioni per cui si ritiene opportuno valutare la presenza del testo nel dibattito accademico tardo-medievale, mostrando alcuni esempi del suo utilizzo.
Colli, A. (2012). Ab utroque notitia paritur: il De trinitate e il processo astrattivo aristotelico tra XIII e XIV secolo. MEDIOEVO: RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE, 2012(XXXVII), 231-260.
Ab utroque notitia paritur: il De trinitate e il processo astrattivo aristotelico tra XIII e XIV secolo
Colli, Andrea
2012
Abstract
La riconosciuta autorevolezza del testo e la consuetudine a citarne ampi stralci inducono talvolta a concludere, in modo decisamente erroneo, che il De trinitate di Agostino costituisca un punto di riferimento statico con cui, per convenienza o per ragioni più dottrinali che speculative, i maestri del XIII secolo devono prima o poi confrontarsi. Tuttavia la ricezione di alcune nozioni è tutt’altro che omogenea e svela piuttosto un approccio problematico nei confronti dello scritto agostiniano, non sempre considerato valido sostegno teorico in modo particolare per la formulazione di tesi propriamente filosofiche. Con il presente studio si intende dunque esaminare alcune interpretazioni–contenute in teorie gnoseologiche elaborate tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo–di un passo del IX libro del De trinitate, la cui forma espressiva e il cui spessore teorico passano difficilmente inosservati. A tale scopo si isoleranno, anzitutto, gli aspetti più originali del testo agostiniano in questione (1), verificando se altri scritti di Agostino presentino le medesime istanze teoriche (2); quindi si andranno a giustificare le ragioni per cui si ritiene opportuno valutare la presenza del testo nel dibattito accademico tardo-medievale, mostrando alcuni esempi del suo utilizzo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.