L’ ‘interpretazione dialogica’ (ID) è quella forma di interpretazione che si svolge in una interazione ad almeno tre partecipanti, che insieme costruiscono un dialogo bi o plurilingue. Mentre altre etichette mettono l’accento sul beneficiario o sul contesto di questa forma di interpretazione, come quelle di ‘interpretazione di comunità’ e ‘interpretazione di trattativa’ che lo stesso Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell'Università di Bologna ha utilizzato in passato, quella più recentemente adottata per i suoi corsi di Laurea Triennale e Magistrale mette a fuoco la co-costruzione dell’interazione mediata da interprete. Lo studente vi impara a mettere in atto azioni di traduzione e coordinamento in almeno due combinazioni linguistiche, con il fine di contribuire al raggiungimento dei diversi scopi comunicativi e sociali dei contesti professionali in cui presterà servizio. Questo capitolo descrive come l’ID venga progressivamente introdotta sin dal I anno della Triennale, dove la simulazione di interazioni in diversi ambiti professionali rappresenta il “nocciolo duro” di una formazione che dal II anno prevede anche la co-presenza di due docenti, uno italofono e l’altro madrelingua. Ci si concentra poi sulla metodologia adottata in un nuovo corso attivato alla Magistrale nell’a.a 20-21, dove il Conversation Analytic Role-play Method (CARM) viene usato in un modulo trasversale al fine di problematizzare alcuni dei dilemmi etici e professionali con cui l’interprete si misura quando interpreta in contesti specializzati, ciascuno dei quali ha i propri obiettivi e coinvolge diverse comunità di pratica. Si riflette infine su come l’accorto utilizzo di diverse modalità didattiche, il graduale inserimento di difficoltà linguistiche e comunicative, e l’attenzione costante verso i risultati della ricerca in questo ambito possano contribuire a preparare lo studente alle difficoltà di una forma di interpretazione che ricorre a diverse tecniche (consecutiva breve, consecutiva con presa di note, chuchotage ) per rispondere alle contingenze situazionali e interazionali della comunicazione mediata, inserendosi tra le azioni verbali e non verbali di partecipanti primari che possono a loro volta favorirne (o ostacolarne) la riuscita.
Niemants Natacha (2021). Teoria e prassi dell'interpretazione dialogica. Bologna : Bononia University Press.
Teoria e prassi dell'interpretazione dialogica
Niemants Natacha
2021
Abstract
L’ ‘interpretazione dialogica’ (ID) è quella forma di interpretazione che si svolge in una interazione ad almeno tre partecipanti, che insieme costruiscono un dialogo bi o plurilingue. Mentre altre etichette mettono l’accento sul beneficiario o sul contesto di questa forma di interpretazione, come quelle di ‘interpretazione di comunità’ e ‘interpretazione di trattativa’ che lo stesso Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell'Università di Bologna ha utilizzato in passato, quella più recentemente adottata per i suoi corsi di Laurea Triennale e Magistrale mette a fuoco la co-costruzione dell’interazione mediata da interprete. Lo studente vi impara a mettere in atto azioni di traduzione e coordinamento in almeno due combinazioni linguistiche, con il fine di contribuire al raggiungimento dei diversi scopi comunicativi e sociali dei contesti professionali in cui presterà servizio. Questo capitolo descrive come l’ID venga progressivamente introdotta sin dal I anno della Triennale, dove la simulazione di interazioni in diversi ambiti professionali rappresenta il “nocciolo duro” di una formazione che dal II anno prevede anche la co-presenza di due docenti, uno italofono e l’altro madrelingua. Ci si concentra poi sulla metodologia adottata in un nuovo corso attivato alla Magistrale nell’a.a 20-21, dove il Conversation Analytic Role-play Method (CARM) viene usato in un modulo trasversale al fine di problematizzare alcuni dei dilemmi etici e professionali con cui l’interprete si misura quando interpreta in contesti specializzati, ciascuno dei quali ha i propri obiettivi e coinvolge diverse comunità di pratica. Si riflette infine su come l’accorto utilizzo di diverse modalità didattiche, il graduale inserimento di difficoltà linguistiche e comunicative, e l’attenzione costante verso i risultati della ricerca in questo ambito possano contribuire a preparare lo studente alle difficoltà di una forma di interpretazione che ricorre a diverse tecniche (consecutiva breve, consecutiva con presa di note, chuchotage ) per rispondere alle contingenze situazionali e interazionali della comunicazione mediata, inserendosi tra le azioni verbali e non verbali di partecipanti primari che possono a loro volta favorirne (o ostacolarne) la riuscita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.