Alcune considerazioni sul polittico di Perugino alla Certosa di Pavia

This article investigates the events concerning the polyptych commissioned to Pietro Perugino for the San Michele chapel in the Certosa of Pavia. We have focused on the timing of its installation, which was, in our opinion, delayed, and on the structure that it should have had (the original carpentry has been lost) in comparison to the polyptych by Macrino d’Alba on the opposite side of the nave, and to the high altarpiece, commissioned to Filippino Lippi but never completed. The events are retraced with particular attention paid to the woodcarver involved in the commission, Jacopo d’Antonio of Santa Maria in Campo in Florence, while also proposing a comparative study on the polyptych structures elaborated in northern Italy in the second half of the 15th century. The present text also addresses the figure of Ludovico il Moro, the patron.

L’articolo indaga le vicende che interessarono il polittico ordinato a Pietro Perugino per la cappella di San Michele alla Certosa di Pavia. Ci si è soffermati sulle tempistiche della sua messa in opera, a nostro avviso dilazionata nel tempo, e sulla struttura che avrebbe dovuto avere (la carpenteria originale è andata perduta) in relazione al polittico di Macrino d’Alba sul lato opposto della navata e alla pala dell’altar maggiore, commissionata a Filippino Lippi ma mai portata a termine. Le vicende sono ripercorse riservando particolare attenzione al maestro di legname coinvolto nella commissione, Jacopo d’Antonio di Santa Maria in Campo a Firenze, e proponendo uno studio comparativo sulle strutture dei polittici elaborate in Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo. Alcune considerazioni vengono riservate anche alla figura di Ludovico il Moro quale mecenate.